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Tavolate di Natale, il Covid non ferma le ordinazioni ma frammenta i consumi | VIDEO

venerdì 25 Dicembre 2020

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Il protrarsi della seconda ondata di coronavirus è destinato ad avere un impatto molto forte anche sul Natale, segnato dalle restrizioni adottate per il contenimento del contagio. Le tradizionali tavolate assieme ad amici e parenti quest’anno sono off-limits e lasciano spazio ad una convivialità più limitata e tecnicamente compatibile con la necessità di ridurre ai minimi termini le occasioni di contatto.

Una circostanza questa che rende lo scenario dei consumi alimentari particolarmente complesso. Se la ristorazione “frontale” si sta ormai confrontando da mesi con le restrizioni e le correlate conseguenze, tutte quelle attività che lavorano principalmente o collateralmente con domicili e asporti si ritrovano di fronte a una situazione asimmetrica.

Questa situazione è data dal fatto che a fronte un’accresciuta necessità generica di avere dei prodotti o delle preparazioni pronte all’uso da consumare a casa vi sia una domanda di non facile lettura e segnata da diverse incognite, legate sia agli effetti della pandemia sulle scelte di consumo che alla frammentazione sociale e di conseguenza della portata delle ordinazioni.

Le testimonianze dei professionisti di settore che abbiamo raccolto riflettono le altalene di uno scenario che deve comunque confrontarsi con la realtà di crisi generata dalla pandemia.

Lorenzo Clemenza

Lorenzo Clemenza, titolare di WaikikiSushi, PokeHome e Panetthome, spiega che nel suo ambito, quello delle Dark Kitchen, la tendenza è migliore rispetto a quella generalizzata: Sicuramente rispetto allo scorso Natale c’è un po’ di contrazione, i consumi sono sicuramente diminuiti. Però è anche vero nel mio settore, io ho una dark kitchen quindi lavoro soltanto a domicilio, globalmente il numero degli ordini è aumentato rispetto lo scorso anno. Come numero totale di consumi a domicilio c’è stato un incremento: se però dovessimo sommare i consumi in generale tra domicili online e consumi ‘offline’ rispetto all’anno passato c’è stata una contrazione”.

 

Domenico Basile e Danilo Lo Cicero

 

 

Domenico Basile e Danilo Lo Cicero, chef del Bistrot Sikulo, pur riconoscendo che lo scenario pandemico è un fattore di rilievo nell’equazione, hanno tracciato un quadro positivo mostrandosi fiduciosi in vista di queste festività: “Visto il periodo storico cambierà un po’ tutto: non essendo possibile andare al ristorante o comunque fare tavolate con tante persone lavoreremo sull’asporto incentrato su prodotti di qualità con consumi che saranno valutati anche alla luce del momento segnato dal danno economico che ha fatto il virus. Sicuramente in questo periodo di festa la gente non si limiterà nell’avere una gioia al tavolo: sono convinto che le nostre tavole saranno sempre abbondanti come ogni anno, come ogni festa. Noi ci impegneremo su un servizio legato sia all’asporto singolo che alle grandi quantità come catering lavorando su menù a base di prodotti siciliani. Per fortuna le richieste ci sono, non possiamo lamentarci: siamo soddisfatti.

Riccardo Spinnato

Riccardo Spinnato, titolare dello storico bar-gastronomia omonimo ha fatto un’analisi complessiva della situazione sottolineando come l’incertezza normativa legata a queste feste renda il quadro ancora più altalenante: “È un Natale veramente particolare in cui si passa da momenti di grandissimo lavoro al deserto: alle volte ci sono grandi flotte ma sono limitate nel tempo. Le ordinazioni sono totalmente diverse rispetto agli altri anni: mentre in passato c’erano ordinazioni di grandi quantità quest’anno sono tutte ordinazioni di gruppi ridotti di tre, quattro massimo cinque persone. Questo ha cambiato logicamente tutto. Abbiamo molte persone che hanno fatto le ordinazioni per il 24 a cena e il 25 a pranzo ma siamo di fronte a un punto interrogativo perché ancora non si sa cosa si deve fare. Direi che questo è il problema principale: che si dovesse lavorare meno questo Natale era chiaro, molte persone ancora non escono e c’è paura perché il virus c’è. È però anche vero che con tutte queste incertezze che ci vengono date dallo Stato noi non sappiamo come dobbiamo fare: dobbiamo stabilire turni, cosa comprare cosa produrre ed è veramente difficilissimo, ancor di più nel caso del Natale perché anche le persone non sanno a loro volta cosa fare”.

 

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