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Teatro Ditirammu, “InCantoMuseo”: inaugurazione online e virtual tour della mostra storica tra opere, costumi e scenografie

mercoledì 2 Dicembre 2020

Un viaggio virtuale nel cuore sempre vivo delle tradizioni popolari siciliane grazie al Teatro Ditirammu, situato in uno dei quartieri simbolo di Palermo, la Kalsa, che da decenni lo ospita e ne custodisce le preziosità, patrimonio dell’intera Sicilia da tutelare e tramandare, senza interruzione di continuità, alle nuove generazioni.

Il progetto “InCantoMuseo. Le opere, i costumi e le scenografie del Teatro Ditirammu” dell’Associazione Ditirammu, che ha ricevuto il sostegno dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, verrà inaugurato in streaming giovedì 3 dicembre, alle ore 17:30, attraverso il sito del museo e sui social.

Il nuovo allestimento, inoltre, sarà esposto all’interno del Teatro Ditirammu fino al 31 dicembre 2020; qualora nuove disposizioni in materia di contenimento del Covid-19 lo permetteranno la mostra sarà visitabile anche in presenza secondo modalità che verranno comunicate in seguito.

Con questa iniziativa – dichiara Alberto Samonà, Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana – intendiamo testimoniare l’attenzione per la storia di una famiglia di artisti da sempre impegnata nella difesa delle tradizioni siciliane, soprattutto di quelle legate ai riti devozionali e al teatro popolare“.

La mostra, che a causa delle restrizioni anti-covid ha assunto la forma del tour virtuale – spiega –, ci offre la possibilità di ripercorrere quasi cento anni di teatro attraverso il costume. Elisa e Giovanni Parrinello, figli d’arte, hanno saputo innovare, mantenendone inalterato lo spirito e la forza, la bellezza della vis teatrale di un piccolo ma importante teatro, il Ditirammu, che negli anni ha sfidato l’abbandono del centro storico della città di Palermo per trapiantare lì il suo cuore“.

Vito Parrinello e Rosa Mistretta hanno profondamente amato la Sicilia -conclude l’assessore -, hanno rappresentato in tutte le sfumature e le note, e oggi, attraverso i loro figli e nipoti, il teatrino Ditirammu continua a trasmettere saperi tradizionali. Un luogo che possiamo considerare un avamposto di memoria storica popolare, un progetto che rimane vivo e vibrante e che continua ad appassionare e coinvolgere grandi e piccini anche attraverso la scuola di Teatro“.

Un viaggio visivo che ripercorre la storia – dalle origine fino ai giorni nostri – del Teatro Ditirammu, uno dei più piccoli teatri d’Europa, luogo d’eccellenza che custodisce le più antiche tradizioni musicali siciliane, affiancate, grazie alle nuove generazioni di artisti della famiglia Parrinello, alle produzioni teatrali e musicali contemporanee.

Chi ha avuto la possibilità di visitare la casa del Ditirammu nei locali al piano terra di Palazzo Petrulla (via Torremuzza, 6) ha già respirato, nel vero senso della parola, l’atmosfera della cultura siciliana, con tracce che risalgono alla fine dell’800, arricchita da un’infinità di testimonianze di vario genere che, negli anni, hanno dato corpo ad un museo in piena regola.

Il progetto “InCantoMuseo“, superando le difficoltà del momento storico legate alla pandemia, e sfruttando le possibilità offerte dalla tecnologia moderna, offre un’opportunità nuova per conoscere questo immenso patrimonio collocato in uno spazio totalmente riallestito dove mobili, scenografie, opere di artigianato artistico, strumenti musicali e collezioni di oggetti della memoria, in una disposizione cronologica, raccontano la vocazione artistica della famiglia Parrinello, e quella culturale, propria della Sicilia a 360 gradi.

Una nuova lettura, stratificata e ben più articolata, che mette in “dialogo vivo” gli oggetti grazie all’adattamento, ideato e diretto da Elisa Parrinello, arricchito da didascalie, proiezioni di stralci degli spettacoli storici e intermezzi sonori di canti popolari e brani recitati.

Ripercorrere la storia dei nostri avi – dichiara Elisa Parrinello – equivale a raccontare del Ditirammu, a spiegarne il senso, le ragioni stesse della sua esistenza. Il Ditirammu è un CantoMuseo, un luogo di testimonianze dove mamma Rosa Mistretta, la voce folk del nostro teatro, pittrice, artigiana, insegnante, ha arricchito nel tempo di pittura popolare e di oggetti esposti in ogni angolo di questo piccolo scrigno e dove papà, Vito Parrinello, che se ne inventava una ogni giorno, è stato amabile e amato anfitrione fino al 2017. È per onorare la sua memoria e quella della sua famiglia che è nata l’idea di realizzare questa mostra antologica che vogliamo condividere con la Sicilia e non solo“.

Il viaggio inizia dai tetti del quartiere, tra gli umori del centro storico e il richiamo di mare e terra, elementi che caratterizzano la Sicilia.

Si arriva così all’interno dell’anima del Ditirammu: cinque stanze che accolgono le collezioni permanenti con parti delle scenografie, realizzate da Fabrizio Lupo, degli spettacoli più amati – da Ninnarò, al Martorio passando per i Triunfi – unite alle collezioni dei costumi e degli oggetti di scena, accuratamente selezionati tra le migliaia di esemplari che l’Associazione ha collezionato nei decenni di attività.

La memoria è il filo rosso che riannoda secoli, arte e cultura in un’attenta tessitura che passa il testimone alle nuove generazioni della famiglia Parrinello, con in prima linea Elisa e Giovanni, i figli di Vito Parrinello e Rosa Mistretta che insieme hanno rappresentato l’ideale ponte tra le generazioni, passate e future.

Oggi Elisa e Giovanni, ognuno con le proprie inclinazioni, tra spettacoli di teatro contemporaneo e la musica dei Tamuna, del collettivo The Vito Movement e l’etichetta discografica The Vito Records, continuano a nutrire lo scrigno della tradizione culturale e antropologica del Ditirammu, condividendo il loro bagaglio familiare e culturale con i giovani siciliani che giungono da loro.

Ad accompagnare gli spettatori in questo tour virtuale, per la regia di Elisa Parrinello, sarà la voce dell’attrice Stefania Blandeburgo.

Le musiche appartengono a brani originali composti per alcune produzioni teatrali e al repertorio storico di Vito e Rosa; altri brani originali sono stati scritti da Giovanni Parrinello e Marco Raccuglia.

Il soggetto è stato curato da Elisa Parrinello e Salvo Rinaudo, che ha scritto anche la sceneggiatura; montaggio video a cura di Grafimovie di Peppe Scozzola.

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