Sono stati condannati all’ergastolo i fratelli Francesco e Vincenzo Gatto accusati di avere ucciso Enrico Coraci a sangue freddo con un colpo di fucile nel novembre 2015 ad Alcamo, nel trapanese. Il processo si è svolto con il rito abbreviato dinanzi al gup del tribunale di Trapani, Caterina Brignone. Secondo le ricostruzioni l’omicidio sarebbe sorto in seguito a un diverbio avvenuto dinanzi a una panineria. A poche ore di distanza dall’episodio i due fratelli avrebbero raggiunto Coraci colpendolo al torace con un fucile calibro 12 in via Ruisi.
L’uomo morì dopo essere stato ricoverato per due giorni in terapia intensiva all’ospedale Cervello di Palermo. L’arma venne poi nascosta e ritrovata dai carabinieri che hanno ricondotto l’omicidio a un regolamento di conti legato al commercio di stupefacenti. A premere il grilletto sarebbe stato Francesco Gatto, di 30 anni, che durante il processo si è autoaccusato dell’omicidio ma secondo le indagini il fratello Vincenzo, di 23 anni, era consapevole del piano di morte.
La vittima era nipote di Vito Coraci, boss mafioso originario di Alcamo coinvolto nel sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio dell’ex mafioso e collaboratore di giustizia Santino. I due fratelli erano già noti per episodi legati allo spaccio di stupefacenti. Per i due il pm Rossana Penna aveva inizialmente chiesto la condanna a 30 anni di reclusione, salvo poi riformulare la richiesta con l’ergastolo. Il giudice ha riconosciuto una provvisionale alle parti civili: 50 mila euro al padre della vittima, 100 mila euro alle due sorelle e 150 mila alla madre. La sentenza verrà depositata entro 90 giorni.