“Quando per diventare direttore di una banca, o preside di una scuola, o socio di un’accademia scientifica, o componente di una commissione di concorso universitario è necessario aver la tessera del partito che è al governo, allora quel partito sta diventando regime: allora la politica, che è necessaria e benefica finché scorre fisiologicamente negli uffici fatti per essa diventa, fuori di li, un pretesto per infeudare la società a una classe di politicanti parassiti; diventa una specie di malattia paragonabile all’arteriosclerosi perché impedisce quella circolazione e quel continuo ringiovanimento della classe dirigente, che è la prima condizione di vitalità d’ogni sana democrazia”.
Inizia così, con questo citazione a Piero Calamandrei, il comunicato dello SNALS, a firma di Giovanni Madonia Ferraro.
LA LETTERA
“Il 10 settembre scorso sono scaduti i bandi relativi a due selezioni di Progressioni Economiche Verticali dedicate al personale tecnico, amministrativo e bibliotecario dell’Università degli Studi di Palermo. Una delle due selezioni PEV è dedicata a un posto di categoria EP, posizione economica EP1- Area Amministrativo-gestionale, da destinare alla Direzione Generale – Servizio Speciale Internazionalizzazione”.
“Molte sono state le progressioni economiche verticali in questi anni nel nostro Ateneo, ma in questo caso, si tratta di una rara opera dell’ingegno sartoriale di chi è capace di ritagliare abiti su misura come pochi altri. Come interpretare altrimenti la previsione, nel bando in esame, di poter valutare l’esperienza professionale maturata esclusivamente nel settore?”.
“Chi aspira a diventare EP non dovrebbe di per sé avere capacità elevate che gli consentono di partecipare trasversalmente ai settori nelle diverse ipotetiche selezioni? O si ha avuto paura e si è voluto eliminare a priori potenziali candidati pericolosi per il vincitore desiderato?”.
“Questa amministrazione, ed in particolare l’attuale vertice duale, ci ha abituato negli anni a peripezie degne dei migliori arrampicatori olimpionici alle prese con ripidissime pareti riflettenti. E’ di questo 2020, ad esempio, l’azione dell’Amministrazione volta a consentire ad un componente del CdA, rappresentante del personale TAB, di partecipare ad un concorso di categoria D, senza ravvisare alcuna incompatibilità”.
“Il concorso per il rappresentante del personale TAB in consiglio di amministrazione (a proposito qualcuno ne ha notizia? E’ ancora in carica?) non si è concluso a suo favore per espressa rinuncia, in corso d’opera, da parte dello stesso. Sebbene, sia chiaro, tale rinuncia non abbia sanato in alcun modo le evidenti irregolarità amministrative di vario livello, dalle più elevate a quelle del responsabile del procedimento”.
“Non contenti i protagonisti di questa sciagurata impresa hanno però deciso di riprovarci. Provando stavolta ad adottare un piccolo miglioramento di forma ma utilizzando, nella sostanza, lo stesso modus operandi. Noi, al momento, registriamo semplicemente la casuale coincidenza delle dimissioni di un componente del Senato Accademico, rappresentante del personale TAB, eletta nella lista CGIL. Essendo però noi dello SNALS notoriamente in possesso di facoltà divinatorie, invieremo ad un notaio, assicurandoci il rispetto maniacale delle procedure di riservatezza e garanzia, i nomi dei vincitori delle PEV in corso di svolgimento, per future comunicazioni alle autorità competenti. Ci rammarichiamo di non avere fatto altrettanto per le PEV già concluse, ma ci rifaremo con le PEV in corso”.
“Di fronte a questo sconcertante scenario, ci sorge un dubbio: il Rettore, che ha il dovere di vigilare sulla corretta gestione dell’Ateneo, ha esercitato questo compito che gli viene assegnato dallo Statuto?”.
“Siamo stanchi di assistere alla truffa di chi ha barattato, baratta o proverà a barattare, il consenso raccolto tra i lavoratori per usarlo come merce di scambio per proprie personali progressioni di carriera, con tentativi di scambio sotterraneo, ma ben visibili, volti a guadagnare posizioni personali, ancora tutte da definire, in cambio di disastri come, ad esempio, il voto pesato e separato del personale TAB per l’elezione del Rettore”.
“E’ amaro dover scrivere di queste miserie, doversi occupare di coloro che dovrebbero essere i primi difensori dei lavoratori e che invece, ogni giorno di più, si trovano non ad ambire a meritate carriere ma a cercare scorciatoie tracciate appositamente. Tutto ciò a scapito di tutti dei lavoratori normali, quelli senza tessere di partito, quelli uguali veramente, almeno per noi”.
“La premiata sartoria di Piazza Marina è all’opera da anni ormai, con capolavori all’attivo che sono ormai da esempio in tutta Italia, da Bari a Milano passando per Perugia, Torino e Sassari. Molti altri apprendisti sarti guardano al nostro Ateneo come ad un faro della moda, infatti, abbiamo notato nel tempo come molti nomi si ripetano nelle commissioni di concorsi, progressioni e selezioni. Si tratta di rapporti fiduciari o di investimenti dei quali vedremo i frutti in futuro?”.
“Informiamo che, comunque, per una visione completa dei capolavori realizzati in questi anni, in particolare dalla direzione generale del nostro Ateneo, stiamo raccogliendo tutti i modelli proposti in un esaustivo dossier dal titolo “Fatti e misfatti all’Università di Palermo” che, a fine regno, saremo felici di rendere pubblico”.