Dopo il successo della prima edizione che si è svolta nel 2017, torna anche quest’anno a “Ustica Villaggio Letterario” la “Residenza di artisti SACS” dell’archivio del Polo Museale della Regione Siciliana Palazzo Belmonte Riso, diretto da Patrizia Valeria Li Vigni.
Anche quest’anno, dal 23 al 30 luglio 2018 il Villaggio Letterario ospita a Punta Spalmatore cinque artisti selezionati sotto la curatela di Chiara Modìca Donà dalle Rose (nella foto in basso), dopo i successi internazionali della BIAS inaugurata il 14 aprile 2018 e del Guest artist Giacomo Rizzo.
Il progetto della prima edizione 2017 rappresentava nelle coordinate geografiche nautiche “38°43’N13°11’E – Ustica ovest” lo spunto d’ispirazione dato dalla curatrice su cui gli artisti selezionati si sono confrontati per mettere le basi ad un progetto artistico innovativo, tradotto in seguito in una mostra collettiva prima in uno spazio dedicato nel cuore del villaggio di Punta Spalmatore e in seguito nelle sale del Museo Riso.
Il tema scelto dalla curatrice per questa seconda edizione 2018 è “Le Metamorfosi nel Viaggio”: Asinus aureus di Aupelio. Gli artisti partecipanti sono Donatella Lombardo, Maria Bajardi, Paola D’Amore, Rori Palazzo e Ignazio Schifano.
Prendendo spunto dal neo-sofista greco Luciano di Samosata, nel Lucio o l’asino, gli artisti SACS sono chiamati ad percorrere un viaggio personale e collettivo, metaforicamente parlando, intorno alla vicenda singolare di un uomo, appunto di nome Lucio, che per desiderio di trasformarsi in uccello, per l’errore di un’ancella, che scambiò l’ampolla della pozione magica, diventò asino, vivendo in tale condizione esistenziale fino a che, attraverso una serie di scialbe disavventure, colorite dalla fantasia e dall’umorismo, riacquista la condizione umana.
Il protagonista Lucio, intrappolato nella nuova forma del quadrupede ignorante per antonomasia, nasconde all’interno animo, sensibilità, intelletto e raziocinio, che gli permettono di osservare la realtà e gli uomini da un’angolazione privilegiata.
Nella cultura classica e moderna, alla pari del viaggio fantastico o introspettivo, la metamorfosi rappresenta un mezzo potente cognitivo e pedagogico, per simulare un itinerario allegorico o simbolico proteso alla resurrezione, alla rigenerazione, alla catarsi, alla redenzione, mediante una serie di pratiche previste dall’iniziazione, di dure prove mortificanti, umilianti, angosciose, tendenti alla riabilitazione e talora comportanti drammi e traumi interiori.
In un epoca in cui il viaggiare, l’immigrazione, l’avvicendarsi di umanità nei porti di Sicilia e di Europa non solo per scelta ma anche per necessità, lo scontrarsi ed incontrarsi con realtà e culture diverse il tema si presta ad approfondimenti ed a elaborazioni singolari non certo scontate. La vicenda dell’Asino d’oro è la più esemplare e più vicina all’itinerario riabilitativo, lucidamente ripercorso dal latino Apuleio di Madaura nel composito racconto, animato da una legge volatile ed aleatoria, nell’arte e nella vita, da una perpetua confusione tra essere ed apparire, dalla curiosità e dall’amore, dall’ispirazione e dall’arbitrio degli dei, le più potenti spinte alla trasformazione da uomo ad asino ed al recupero della condizione umana.
Nel tentativo di semplificare il discorso sul complesso tema della metamorfosi dall’antichità ad oggi, la curatrice e i responsabili del villaggio letterario si intratteranno con gli artisti, ripercorrendo insieme i noti brani dell’Odissea (10.240), Senofonte (Mem.1.3.7), Ovidio (Met.14.279) sotto le stelle, immersi nella ricca vegetazione del Villaggio di Ustica HUPS.
Gli artisti non tralasceranno tutte le metamorfosi dell’età medievale e rinascimentale, dai caratteri allegorici o fantastici, nell’Ottocento, che ritroviamo nel Pinocchio di C. Lorenzini, dal legno al burattino, dal bambino all’asino, maturato ancora nella magia, ma nello stesso tempo permeato da pedagogismo e moralismo liberal-borghese dell’epoca come anche Robert Stevenson, col suo Dr. Jeckyll e Mr. Hyde, maturato nel clima positivistico, con geniale inventiva, operò un recupero del mito della scienza, facendola sconfinare nella fantasia.
Tra le Metamorfosi di Franz Kafka che testimoniano il disagio esistenziale di Gregorio Samsa e “I dialoghi con Leucò” di Cesare Pavese nel riprendere il già citato Ovidio (Met. I.198 seg.), gli artisti potranno liberamente navigare a vista tra il mito classico ed antropologico di Licaone, nella ricerca di una impossibile sintesi idealista tra ragione e natura, tra visibile ed invisibile.