L’area in cui sorgeva Villa Deliella, demolita in una notte il 28 novembre 1959, sarà dichiarata di “interesse culturale particolarmente importante” dalla Regione, ponendo definitivamente un vincolo a un luogo simbolo dello scempio del “sacco di Palermo”.
La Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Palermo, infatti, ha dato avvio al procedimento previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo 42 del 2004), sia perché quest’area compresa tra piazza Francesco Crispi, via Alfonso Borrelli, via Giorgio Castriota e via delle Croci «costituisce uno spazio della memoria storica collettiva dove permangono ancora segni distintivi della Villa», sia per il «valore testimoniale e civico di significato eccezionale in quanto luogo identitario nel quale la comunità, condividendo la memoria della distruzione perpetrata, riconosce se stessa e, rivivendo il dolore di quei giorni, ne preserva il ricordo dall’oblio» si legge nell’atto firmato dalla soprintendente Selima Giuliano.
“Questa area nel cuore di Palermo testimonia lo sfregio perpetrato ai danni di questa città in un’epoca di speculazione edilizia – afferma l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato – che ha cancellato in un decennio gran parte del suo patrimonio storico-architettonico. Il vuoto lasciato dalla demolizione è un documento storico che ha assunto negli anni il forte valore simbolico della ferita culturale inflitta e, al contempo, è monito civile per le nuove generazioni dell’importanza dei valori culturali da preservare. In tal senso, l’area della Villa Deliella è un bene che appartiene alla città e merita di esprimere appieno il suo valore testimoniale dei contenuti fondativi della comunità civile”.




