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Sullo sfondo c'è la delibera dello stadio

Volano gli stracci in Consiglio comunale sul rimpasto delle commissioni: opposizioni chiamano in causa Lagalla

giovedì 6 Marzo 2025

Stallo. Una parola per sintetizzare settimane, anzi mesi di trattative, dissidi e di pretese non soddisfatte. Il centrodestra palermitano è in subbuglio. Ieri, durante la seduta che doveva essere dedicata al piano delle alineazioni, è arrivato il fulmine a ciel sereno: la modifica al regolamento d’aula che determinava il rimpasto delle commissioni consiliari non è stata dichiarata valida. Il motivo? Un errore formale. Secondo quanto prevede lo Statuto Comunale e il Testo Unico sugli Enti Locali (abbreviato TUEL), per modificare l’atto serviva il voto favorevole della maggioranza assoluta del Consiglio Comunale di Palermo, vale a dire 21 consiglieri. E invece, nella rovente serata di venerdì scorso, a votare la variante in aula erano rimasti soltanto in 17.

All’ufficialità della notizia, a Sala Martorana si è scatenata una lunga sfilata di interventi furenti, infervorati, critici. Una pioggia di polemiche che ha sostanzialmente paralizzato la delibera sul piano delle alineazioni. E, di conseguenza, il bilancio di previsione. Non il clima migliore per portare in aula, nelle prossime settimane, la convenzione sullo stadio Renzo Barbera. Un atto ormai dato per fatto anche dal sindaco Roberto Lagalla. E qualcuno, negli attimi concitati d’aula, ha chiamato in causa proprio il primo cittadino. Era il consigliere del Gruppo Misto Carmelo Miceli. “Il sindaco ci dica se la presidenza del consigliere Alotta è più importante del governo della città“.

Il mea culpa del segretario generale

Un errore, quello sulla modifica al regolamento, del quale si è assunto la responsabilità il ragioniere generale Raimondo Liotta. L’arbitro d’aula, infatti, non si era accorto del quorum necessario a rendere efficace la delibera. Un aspetto, in fin dei conti, secondario. Quello che emerge maggiormente dal dibattito in Consiglio è il dato politico. Il centrodestra non è stato capace, ad oggi, di risolvere la questione attraverso un’interlocuzione interna. E adesso la questione si complica. Qualcuno, Giuseppe Milazzo in testa, ha invocato una norma suppletiva per riprendere l’atto e votarlo subito. Ma il presidente Giulio Tantillo ha subito stoppato tutto: “Siamo in sessione di bilancio. Dobbiamo attendere che si chiuda“.

E quindi che si fa? Le commissioni continueranno ad essere convocate dal consigliere più anziano per voti che ne fa parte. Ciò fino a quando non verranno rinominati i presidenti e i vicepresidenti. Inoltre, con riguardo al tema dei consiglieri doppione (due di un gruppo nella stessa commissione), a ridisegnare l’assetto proporzionale dovrebbe essere lo stesso Giulio Tantillo. Ma è chiaro che tutti i componenti di peso del centrodestra, o quasi, rimarrebbero scontenti da questo soluzione.

Il focus sulla commissione Urbanistica

E qualcuno non ha mancato di farlo notare in aula. Duro il commento del capogruppo della DC Domenico Bonanno. “La politica è stata messa sotto i piedi“, ha attaccato l’esponente democristiano, chiedendo poi che il suo partito abbia la giusta rappresentanza in commissione Urbanistica. Organo consiliare nel quale ci sono due esponenti di Fratelli d’Italia (il presidente Antonio Rini e Tiziana D’Alessandro, ormai rimasta orfana dell’appartenenza alla corrente di Giuseppe Milazzo). La DC vanta invece due rappresentanti in IV Commissione (il presidente Salvo Imperiale e la consigliera Giovanna Rappa). Logica vorrebbe un semplice avvicendamento nella maggioranza. Ma sulla commissione Urbanistica si sono mossi gli interessi anche di esponenti dell’opposizione, come il capogruppo del M5S Antonino Randazzo.

Insomma, una matassa difficile da sbrogliare e che potrebbe finire per paralizzare atti importanti per l’Amministrazione, a cominciare dai documenti propedeutici al bilancio di previsione. A sottolineare il pericolo è stato proprio il presidente della II Commissione Antonio Rini il quale, contraddicendo perfino il proprio capogruppo di FdI, ha dichiarato al microfono: “I rappresentanti degli uffici vengono da giorni in aula e non riusciamo a esitare il piano delle alineazioni. Ci sono documenti importanti per la città che vanno votati. Il contratto di servizio di Rap. Il piano industriale di Amat e, sullo sfondo, anche la futura convenzione sullo stadio Renzo Barbera. Non si può andare avanti così“.

L’attacco a Lagalla: scoppia il caso sulla commissione Sport

Già. Il pericolo è che se non si sbloccasse questo impasse che va avanti da settimane, il centrodestra potrebbe paralizzarsi. Cosa peraltro avvenuta più volte. Basta guardare al dato sulle sedute chiuse per mancanza del numero legale. Fatto sul quale invita tutti ad una riflessione l’esponente di “Oso” Ugo Forello. “Credo che sul bilancio non ci sia tutta questa fretta. Se riuscissimo ad esitarlo entro marzo sarebbe un risultato storico. Ma in questi condizioni si rischia di bloccare gli ingranaggi. Che il centrodestra si riunisca e risolva le proprie beghe interne“.

Qualcuno in aula è stato molto più diretto. E’ il caso dell’esponente del Gruppo Misto Carmelo Miceli. L’ex parlamentare ha chiamato in causa addirittura il sindaco Roberto Lagalla. “Il balletto delle presidenze non lo ha aperto quest’aula. Lo ha fatto il sindaco quando, commentando l’abbandono di Salvo Alotta da Lavoriamo Per Palermo, gli chiese lasciare la presidenza della V Commissione che ricoprì quando era ancora nel partito dello stesso sindaco. Le cose non sono cambiate. Inviterei il consigliere Chinnici, capogruppo del primo cittadino, a invitare quest’ultimo a fare chiarezza con la sua maggioranza. Siamo in una sessione di bilancio. E ancora oggi riecheggiano le dichiarazioni del sindaco sulla questione. Anziché pensare a creare gruppi politici, Lagalla dovrebbe concentrarsi sul governare. Se il sindaco la smettesse con le sue aspirazioni sbilenche, ne beneficerebbe l’aula e la città. Quest’ultima si trova paralizzata su quello che sarà fra tre anni. Da oggi diremo le cose come stanno. Ci dica il sindaco se la presidenza del consigliere Alotta è più importante del governo della città“.

Salta ancora una volta il numero legale

Un intervento conclusosi con l’applauso dei membri delle opposizioni e con un urlo di Domenico Bonanno al presidente Tantillo: “Non sospenda. Chiuda la seduta. Non siamo in grado“. In realtà, dopo le spiegazioni all’aula del segretario generale Raimondo Liotta, l’esponente di Forza Italia ha riunito i capigruppo per un paio d’ore. Un dibattuto al quale è seguito l’ennesimo nulla di fatto. Seduta chiusa per mancanza del numero legale. Piano delle alienazioni bloccato. E con esso il bilancio. Se questo è il clima nel quale arriverà la convenzione sullo stadio Renzo Barbera, potrebbe non essere così facile portare l’atto a casa con celerità.

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