Parla di crac stamattina il Giornale di Sicilia, a firma Riccardo Arena, per Maurizio Zamparini che secondo il cronista avrebbe un debito “insanabile” di circa 120 milioni di euro. L’enorme “buco” sarebbe riconducibile a falsi valori contabili in bilancio fatti dal 2014 al 2016 per azzerare la perdita di esercizio della società. Tutto gira attorno alla cessione del marchio alla Mepal, la società che si occupava del merchandising del Palermo, di proprietà di Diego Zamparini, figlio del patron rosanero.
La società, partecipata al 100% dal Palermo, doveva realizzare il nuovo stadio e l’annesso centro sportivo, ma il 26 giugno 2014 a 4 giorni prima della chiusura del bilancio, le viene ceduto pure il marchio della società, stimato dal commercialista Anastasio Morosi, anch’egli indagato, per 23 milioni di euro circa. Una stima che non combacia con quello del perito della Procura che ha valutato il marchio 10 milioni di euro in meno. Senza quest’escamotage il Palermo avrebbe avuto un depauperamento di circa 36 milioni, che avrebbe previsto un’immediata assemblea dei soci per opportuni provvedimenti.
Per poter stabilire che si tratti di bancarotta fraudolenta bisogna attendere la conferma del fallimento. L’udienza è stata fissata per il 7 dicembre. Ma non è l’unico reato contestato dagli investigatori.
Nell’atto di accusa, pubblicato da Arena sul quotidiano siciliano, le partecipazioni della Mepal sono state infatti successivamente vendute ad Alyssa per 40 milioni, così da fare una plusvalenza di quasi 22 milioni di euro. Questa cessione è tuttavia un’operazione ‘’solo simulata’’ dato che Alyssa è di proprietà di Jean Marie Poss, che sarebbe secondo la procura un prestanome di Maurizio Zamparini, che . Ciò porterebbe alle accuse di riciclaggio, autoriciclaggio e appropriazione indebita.
A complicare la posizione di Maurizio Zamparini due email. Una è stata trovata a casa dell’imprenditore in seguito ad una perquisizione ed è stata inviata dalla sua segretaria Alessandra Bonometti, anch’essa iscritta nel registro degli indagati.
Nella missiva l’impiegata chiarisce che il capitale sociale di Alyssa appartiene alla società di diritto lussemburghese kalika dello stesso Patron rosanero e della moglie Laura Giordani.
L’altra email è stata trovata nello studio morosi con i consigli del commercialista: “La perdita ipotizzata al 30 giugno 2016 è di 19 milioni – viene scritto – per cui si potrebbe cedere la partecipazione a 40 milioni chiudendo il bilancio con un leggero utile e ancora occorre che il soggetto acquirente non sia riconducibile a lei diversamente le norme federali comportano l’obbligo del bilancio consolidato con la società acquirente o la capogruppo”.
Parole che proverebbero la simulazione e che inguaierebbero il patron rosanero e il Palermo calcio.