Supportare i giovani siciliani che hanno intrapreso o che vogliono intraprendere un’attività nel settore cooperativo. E’ questo l’obiettivo di “Generazioni“, il nuovo coordinamento regionale giovanile under 40 di Legacoop. Alla sua guida è stato chiamato, dall’assemblea costituente che si è tenuta lunedì scorso, Giuseppe Lucchese, già presidente provinciale di Legacoop Caltanissetta.
Da dove nasce l’esigenza di dare vita ad un coordinamento giovanile di Legacoop in Sicilia?
Nella terra che ogni anno vede fuggire per mancanza di lavoro più di ventimila giovani verso il nord Italia o il resto d’Europa il nostro compito non può che essere sostanzialmente uno: promuovere tra le nuove generazioni la cooperazione come risposta alla drammatica emergenza occupazionale. In questi anni poi, Legacoop Sicilia ha concentrato molte energie sulla formazione e la crescita di una nuova leva di giovani cooperatori che nei loro ambiti si sono affermati come modelli di eccellenza e oggi rappresentano, per l’organizzazione e per le loro comunità, il patrimonio di certezze su cui fondare presente e futuro.
Quali le difficoltà incontrate dai giovani che intendono intraprendere il percorso della cooperazione e quali le potenzialità da sfruttare?
Ogni siciliano impara presto che la sua vita sarà una corsa ad ostacoli: disoccupazione, burocrazia bizantina, sistema economico ingessato, sfiducia generale nel futuro. Noi però registriamo un aumento costante di giovani che si rivolgono al modello cooperativo per costruire qui e non altrove il proprio avvenire, segno che una nuova consapevolezza si sta lentamente ma inesorabilmente affermando: il lavoro va creato, non atteso, e la cooperazione che, in estrema sintesi, mette insieme le persone e le fa lavorare in una cornice di solidi valori e principi, rappresenta una opportunità di crescita economica e sociale unica per la nostra terra.
Nel giorno della sua nomina a presidente regionale di “Generazioni”, ha affermato che “la nostra terra reclama profonde innovazioni”. Quali in particolare?
Malgrado le potenzialità importanti che tutto il mondo ci riconosce siamo ancora molto indietro in tanti settori: penso ad esempio alla lacunosa valorizzazione del patrimonio storico artistico e naturale, al sistema infrastrutturale inadeguato e obsoleto, ad una classe politica che non ha saputo rinnovarsi né nella carta d’identità né nelle idee. Ma l’innovazione più importante di cui abbiamo bisogno riguarda la coscienza civile e la mentalità dei siciliani, perché da questa dipendono tutte le altre.
Spesso si dice che l’Italia non è un Paese per giovani. La responsabilità di questo è soltanto delle vecchie generazioni? O c’è una corresponsabilità delle nuove?
Senza dubbio le nuove generazioni scontano errori ed eccessi commessi in passato. Il Paese di oggi è stanco, impaurito, invecchiato. Malgrado gli sforzi ed i sacrifici sostenuti dalle famiglie, negli ultimi anni sono cresciute sfiducia, insicurezza e diseguaglianze. Una cosa è però affermare una triste verità storica, altra cosa è fare di questo stesso argomento un alibi per giustificare apatia e arrendevolezza. I giovani hanno il diritto di invocare “un mondo migliore”, ma poi hanno soprattutto il dovere di iniziare a costruirlo.
Ci dica quali saranno le prime iniziative che intende avviare?
Nelle prossime settimane andremo ad incontrare le cooperative “a casa loro” per raccogliere spunti e suggerimenti dai nostri associati ed ordinare le priorità. Abbiamo inoltre in cantiere due importanti iniziative sui temi dello sviluppo turistico e dell’integrazione, ma la sfida più entusiasmante sarà andare nelle scuole, tra le nostre ragazze e i nostri ragazzi a spiegare che un’alternativa alla “fuga” esiste e si chiama cooperazione.