“Chiediamo l’intervento del presidente Nello Musumeci e dell’assessore regionale al Turismo, oltre che del Comune di Taormina, per l’apertura immediata di un tavolo di concertazione con la proprietà dell’Hotel San Domenico a salvaguardia dei livelli occupazionali che interessano 130 famiglie a rischio licenziamento e che da febbraio rischiano di finire in condizione di povertà”. Così la Fisascat Cisl si rivolge al governatore ed anche al neoassessore regionale al Turismo, Sandro Pappalardo, per sollecitare l’avvio di un tavolo di discussione sulla problematica del San Domenico Palace, che si appresta a chiudere per almeno un anno di lavori e che intanto ha avviato il licenziamento dell’intera forza lavoro dell’albergo. “Rimarchiamo la nostra grande preoccupazione per l’attivazione della procedura di licenziamento collettivo che riguarda i lavoratori del San Domenico Palace Hotel e per i licenziamenti del personale ai piani – afferma il segretario regionale aggiunto Pancrazio Di Leo – Non si condivide la trasformazione della struttura da annuale a stagionale, in contrasto con i progetti di destagionalizzazione di Taormina e comprensorio. È essenziale salvaguardare tutti i livelli occupazionali, le professionalità acquisite da tutto il personale dipendente del San Domenico Palace, e non ritornare indietro ad un progetto di destagionalizzazione del territorio. L’impossibilità di occupazione da parte delle 130 famiglie (annuali e stagionali) condurrebbe alla povertà molte di loro poiché non hanno diritto ad ammortizzatori sociali che il governo ha tolto, pur riconoscendo incentivi per le ristrutturazioni aziendali”.
“Oggi è prevista soltanto la Naspi ed il personale stagionale che ha prestato sei mesi di lavoro – continua il sindacalista – avrà indennizzato solo tre mesi e da febbraio sarà senza lavoro e senza indennità. Il lavoro che potrebbe esserci ma non c è, le misere retribuzioni mensili che per gli stagionali non hanno nessun incentivo, ma sono pari o inferiori ai lavoratori a tempo indeterminato che oltre ad avere 14 mensilità è scatti hanno un posto di lavoro. Questi lavoratori del San Domenico che verranno licenziati, alla riapertura, se avverrà dopo sei mesi, non avranno più diritto al proprio posto di lavoro. Gente che ha lavorato una vita si troverà senza la garanzia di avere un sostegno reddituale per la propria famiglia e senza un lavoro”.
“I lavoratori – conclude Di Leo – chiedono da due anni di rivedere le ultime leggi che li hanno penalizzati (Naspi ed ammortizzatori e soprattutto il lavoro), le buone intenzioni da parte dei ministri giunti a Taormina, da Poletti a Franceschini, e le missive che abbiamo trasmesso al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera, al Presidente della Regione e ai diversi ministri e assessori probabilmente sono state accantonate, senza voler dare alcuna risposta ne attenzionarli. Il bene comune, gli interessi dei cittadini, cosi vengono calpestati. Viva il bene comune, noi non lasceremo soli i lavoratori”.