PALERMO – L’arte a servizio della salute dell’ambiente: la grande installazione “We lost the sea” di Federica Di Carlo, all’arsenale della Marina Regia (via dell’Arsenale, 142), mette in scena il respiro della Terra per riflettere sulla situazione climatica attuale.
Attraverso i suoi elementi fondamentali, mare, luce e atmosfera, l’artista ha realizzato un’opera immersivo-percettiva che, grazie al contributo scientifico di vari dipartimenti scientifici come il MIT (Boston), il CERN (Ginevra) e l’INAF (Roma/Milano), invita ad una riflessione individuale e profonda.
L’antica “Fabrica della Real Marina”, sarà trasformata in uno spazio senza tempo attraverso cui osservare il processo vitale di acqua, aria e luce che tiene in vita la Terra. Da un’unica via d’accesso, un pontile di dieci metri eretto all’interno della sala semibuia dell’Arsenale, il visitatore si addentrerà in un “mondo altro” in cui grandi aquiloni argentati, rappresentazione del vento e dell’atmosfera, fluttuano nello spazio a diversi metri d’altezza, creando nell’ambiente riflessi di luce costantemente in movimento, simili alle onde del mare.
All’esterno della sala, invece, il mare sarà rappresentato e conservato dentro grandi cisterne, dove l’artista collocherà realmente l’acqua del mare di Palermo, simbolo visivo e culturale della situazione ecologica locale. Solitamente collocate sui tetti della città, le cisterne raccogliendo l’acqua piovana garantiscono la sopravvivenza nel quotidiano in casi di emergenza.
“L’equilibrio sottile che tiene insieme questi elementi, ciascuno dei quali reca in sé universi naturali e culturali complessi, è lo stesso che tiene in vita la Terra sin dalla notte dei tempi e si basa su una legge fisica elementare: la quantità di acqua che evapora deve essere all’incirca uguale a quella che ritorna sulla terra sotto forma di precipitazioni”, spiega la curatrice Simona Brunetti.
L’elemento dell’acqua assume così una forte simbologia culturale ed ecologica.
Fisicamente presente in mostra, diviene coacervo di storie individuali e crocevia di culture, assurgendo a metafora universale dell’acqua della Terra, quella che, come racconta la letteratura scientifica, si liberò dal magma primordiale a seguito di un processo di evaporazione, ricoprendo l’intero globo.
Come questo delicatissimo sistema rischi di essere fortemente compromesso dal surriscaldamento globale, è oggetto di studio degli scienziati oramai da anni.
We lost the sea pone l’accento su questo tema: mescolando il piano “scientifico” a un piano “poetico”, il lavoro di Federica Di Carlo al tempo stesso gioca sul doppio fronte della partecipazione e della fruizione dell’opera da parte del territorio.
L’istallazione, promossa dalla Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia e dalla Fondazione Mondo Digitale, è prodotta da Snaporazverein con il patrocinio di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.
L’inaugurazione si svolgerà lunedì 18 giugno, ore 18, alla presenza dell’artista, dei curatori e dell’Assessore Regionale ai Beni Culturali Sebastiano Tusa.
L’ingresso alla mostra, fino al 15 settembre, è gratuito; possono entrare solo 15 persone alla volta, i minorenni devono essere accompagnati. Aperture il lunedì, martedì, giovedì dalle 8 alle 17; mercoledì, dalle 8 alle 18, 30; venerdì, dalle 8 alle 15.