E’ stato un anno complicato. Non aiuta ripartire da una retrocessione, con una tifoseria scoraggiata, a seguito di tanti cambiamenti dello staff anche sportivo, con le defezioni dei nostri atleti per infortuni e per le convocazioni dei nazionali. Insomma tanti elementi concomitanti che hanno reso complessa questa stagione sportiva.
Ritengo che le vicende giudiziarie ed, in particolare, quella fallimentare, da un certo punto di vista abbiano rafforzato l’immagine e confermato la solidità della Società. Con l’epilogo positivo della procedura ogni “voce” sullo stato di salute del Club è stato definitivamente archiviato. Oggi siamo l’unica Società tra quelle di Serie A e B che può affermare con certezza – perché è stato giudizialmente accertato – di “avere i conti in regola”, come ho affermato sin dall’inizio.
Infatti, come emerso a seguito degli accertamenti processuali, la Società è al livello dei grandi Club della massima serie sia economicamente che finanziariamente.
E’ ovvio che durante il percorso siano state registrate enormi difficoltà, il sistema di affidamento collettivo che gravita attorno al pianeta calcio in pendenza di tali accertamenti (fallimento) è stato fortemente minato. Gli istituti di credito si allarmano, potenziali investitori rivolgono altrove le proprie attenzioni, gli sponsor si dileguano, anche gli atleti, che ricordo essere tesserati/dipendenti della Società, ne risentono anche psicologicamente e quelli interpellati durante la finestra di mercato invernale non hanno avuto la serenità di valutare un trasferimento a Palermo.
Considerato tutto ciò, mi sento di poter affermare che fare di più era obiettivamente impossibile.
Proprio per questo mi rattristano alcune affermazioni di chi continua ad insinuare che il Palermo “non abbia i bilanci a posto” e mi meraviglia ancor di più che tali dichiarazioni siano state pronunciate dall’allenatore del Frosinone. Rivedendo l’intervista del sig. Longo continuo a chiedermi quale motivo o interesse possa avere avuto per esternare valutazioni, peraltro inutili, estranee al suo ruolo e alla sua competenza e perché si sia spinto a tanto nella prima intervista a caldo in occasione della finale dei play-off invece che festeggiare il risultato.
Tali affermazioni sono gravemente lesive, oltre che incompatibili con le risultanze delle società di revisione – Covisoc inclusa – e certamente rilevanti per la Procura Federale.
Questa stagione è stata caratterizzata da episodi incomprensibili. Ho registrato quotidianamente tantissimo calore per i colori rosanero ma altrettanti elementi che oggi mi spingono a poter affermare che il Palermo, la squadra della nostra città, abbia anche tanti nemici.
Ogni volta che è stato superato un problema, immediatamente, con “fatale” tempestività, ne è stato creato un altro, una catena di variegati episodi che hanno fortemente ostacolato sia la gestione del Club che la corsa verso la serie A. Mi domando perché, come si può voler male alla squadra della nostra città?
Certo, i danni non sono solo di immagine e limitati all’aspetto puramente sportivo. La mancata promozione avrà ripercussioni economiche su tutto l’indotto cittadino che gravita attorno al calcio e quindi sulle “tasche dei palermitani”.
Sono veramente stanco! Se c’è qualcuno che sia interessato ad impossessarsi del Palermo cavalcando campagne denigratorie, anziché remare contro si presenti; come ho dimostrato, io ricevo chiunque e, per il bene della Società, sono disponibile a qualsiasi confronto.
Non so quale sarà l’epilogo della stagione. Da parte mia non lascerò nulla di intentato. Andremo sino in fondo confidando nella giustizia sportiva e anche ordinaria, prima per il rispetto delle regole. Se poi il risultato finale cambierà, saremo ancora più felici. A mio avviso, sono troppe le concomitanze che hanno compromesso la promozione. Oggi chi è preposto alla tutela delle regole è chiamato a dare risposte chiare ed inequivocabili per salvaguardare proprio quel principio, quel monito invalicabile richiamato su tutte le divise dei club della serie B: “RISPETTO”.
Mi auguro che l’epilogo di questa vicenda non possa costituire un alibi per chi non si riconosce in questo inderogabile valore.
Questo il mio invito! In questo momento auspico che da parte di tutti (organi di stampa, rappresentanti della politica locale e nazionale, etc.) sia profuso l’impegno di unire le forze per far sì che la squadra del Palermo possa tornare ad essere il simbolo della nostra città e l’orgoglio dei nostri tifosi.
Il Presidente Giovanni Giammarva