«Andatevi a leggere le motivazioni del Borsellino quater e soprattutto quelle del processo “Trattativa” nella parte che riguardano Marcello Dell’Utri e il suo “riferire” al già presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sui rapporti con Cosa Nostra dopo l’eliminazione di chi si opponeva al nuovo Patto…». L’invito arriva da Fabio Granata, ex parlamentare di AN, già vicepresidente della commissione nazionale Antimafia e relatore in Commissione sulle stragi del ’92, oggi assessore comunale alla Cultura nella sua città, Siracusa.
«Secondo quanto riportato testualmente dai giornali che hanno pubblicato quei verbali – prosegue Granata – “Dell’Utri informava Berlusconi dei suoi rapporti con i clan anche dopo l’insediamento del governo da quest’ultimo presieduto, perché solo Berlusconi, da premier, avrebbe potuto autorizzare un intervento legislativo come quello tentato, e riferirne a Dell’Utri per tranquillizzare i suoi interlocutori”. Le motivazioni depositate dai giudici, quindi, includerebbero queste incredibili parole, ed è assurdo che passino senza lasciare traccia in buona parte degli italiani. Dell’Utri è comodamente in libertà ai domiciliari, Berlusconi si appresta a tornare al Senato e Paolo Borsellino è morto.
Ancora qualcuno della Destra sociale e legalitaria – dice ancora Granata rivolto agli ex compagni di partito – può continuare a ignorare questi fatti e far finta che nulla sia successo per ”il valore della coalizione”?». Così conclude Granata, che fu espulso dal Pdl poiché sostenne la credibilità del pentito Spatuzza.