In Sicilia nascerà la prima scuola in Italia in “Medicina umana e sociale“. Un’idea che è stata presentata nel corso dell’incontro annuale sulle emergenze planetarie di Erice organizzato dal centro ‘Ettore Majorana’, dal presidente della Società italiana di Storia della Medicina, Adelfio Elio Cardinale.
In epoca di innovazioni tecnologiche, di big data e di algoritmi che sono alla base di qualsiasi attività umana è necessario rilanciare il rapporto tra medico, paziente e parenti dello stesso e tornare alla capacità di empatizzare con il proprio assistito.
“L’uomo – spiega all’Italpress Cardinale – non è un semplice ammasso di molecole e un medico non può essere un semplice lettore di grafici e radiografie. Da questa idea, che in questi ultimi tempi è stata anche ribadita da tanti medici ma anche dal cardinale Ravasi nasce la necessità di tornare ad una concezione umanistica della medicina“.
“Un concetto – aggiunge – che personalmente e che con la Società italiana di Storia della Medicina che presiedo, porto avanti da tanto tempo. Una necessità sempre più urgente visto l’avanzare della tecnologia e della robotica che stanno disumanizzando la medicina“.
Cardinale cita degli studi che sostengono che nei prossimi dieci anni l’80% dei medici potrebbe essere sostituito da una macchina, un robot. Un rischio che riguarda non solo la medicina ma anche tante altre professioni. “Anche l’autorevole rivista medica ‘The lancet‘ – sottolinea – ha sostenuto la necessità di tornare ad una medicina umana e nessuno insegna più alle matricole che si iscrivono all’Università come si tratta il malato e la sua famiglia“.
Da qui l’idea di lanciare la scuola di Medicina umana e sociale proprio all’incontro annuale organizzato ad Erice da Antonino Zichichi che chiama a raccolta numerosi scienziati da tutto il mondo a confronto sulle emergenze planetarie. E il bisogno di una medicina più umana è stata riconosciuta come tale. L’idea promossa dalla Società di Storia delle Medicina, dunque, è stata accolta dal centro Majorana, dall’Accademia pro vita del Vaticano e dall’Assessorato regionale alla Sanità, con l‘assessore Ruggero Razza che ha inviato una lettera alla riunione di Erice nella quale conferma la disponibilità e la volontà di dare vita alla struttura. I primi passi della scuola saranno la realizzazione di una Summer school il prossimo anno e corsi di perfezionamento rivolti ai professionisti. Una maggiore empatia, una maggiore conoscenza del paziente potrebbe poi portare ad un uso meno intenso della medicina preventiva ovvero tutta quella serie di esami e di accertamenti, a volte anche ripetuti e non necessari, che costano 12 miliardi all’anno al sistema sanitario.
“Vogliamo creare questi corsi e queste Summer school per preparare al meglio i medici giovani ma anche anziani a riscoprire il patto plurimillenario tra medico e malato – conclude Cardinale – quello che Seneca chiamava il medicus amicus. Il medico deve essere un professionista all’avanguardia delle ultime novità scientifiche e tecnologiche ma non deve dimenticare quella che Ippocrate chiamava l’arte lunga“.