Lo aveva annunciato qualche giorno fa sui social, prima ancora che l’accusa contro Matteo Salvini venisse formalizzata, e lo ha fatto: Antonio Triolo, coordinatore regionale e responsabile nazionale del dipartimento Economia del Movimento nazionale per la Sovranità si è autodenunciato come possibile istigatore dei reati di cui è accusato Matteo Salvini dalla Procura di Agrigento.
Scelta, questa, che segue di pochi giorni quella di Michele Facci, fra i fondatori del Movimento, presieduto da Gianni Alemanno, e consigliere regionale dell’Emilia Romagna nel Gruppo Misto (leggi qui).
Tra l’altro, Alemanno ha già annunciato di voler presentare anche denuncia contro il pm Patronaggio ai sensi dell’articolo 294 del codice penale che sanziona gli “Attentati contro i diritti politici del cittadino” https://www.qelsi.it/2018/caso-salvini-diciotti-alemanno-denunciamo-il-pm-di-agrigento/).
“Alle ultime elezioni abbiamo non solo votato ma anche candidato a supporto della Lega e di Salvini nostri importanti esponenti. Se voler difendere i confini dell’Italia e la sua sovranità, se voler mantenere la parola data agli elettori e supportare chi questo impegno rispetta è un reato allora sonocolpevole”. Così si era espresso Triolo.
Oggi arriva notizia che l’autodenuncia è stata presentata ai carabinieri. “Solo chi non conosce la storia di questa nazione può non avere chiaro che l’invasione di campo, da parte di alcune procure, rispetto alla politica non è un fatto episodico. Esercizi creativi dell’obbligo dell’azione penale comportano che in poche ore qualcuno possa pensare di processare non l’uomo Salvini ma la linea politica del ministro degli Interni votata e supportata da milioni di italiani mentre non si hanno notizie di indagini sulle responsabilità degli efferati crimini compiuti da richiedenti asilo lasciati liberi di andare in giro per l’Italia senza alcun controllo, prima ancora che se ne possa esaminare lo status, la storia o addirittura l’identità”.
“Nessuna indagine – continua Triolo – su anni di fakenews finanziarie (spacciate anche dalla tv di Stato) che hanno visto giornalisti ed economisti teorizzare le cose più strampalate. Abbiamo sentito di tutto: dall’impossibilità di uscire dall’euro, non difficoltà o convenienza ma impossibilità, con costi della benzina che in tal caso sarebbero cresciuti di 7 volte (ma potevano dire anche 77 volte 7, avrebbe avuto la medesima base scientifica e si abbinava meglio con l’impossibilità) sino alle previsioni di Confindustria sulle cavallette e le pestilenze che ci avrebbero distrutto in caso di sconfitta del referendum costituzionale renziano”.
“Tutte dichiarazioni che hanno orientato non solo consenso politico ma anche e soprattutto scelte di investimento e fluttuazioni di mercato in probabile violazione dell’articolo 185 del Art.185 del Testo unico della finanza. Non una procura però ha ritenuto di accertare i fatti. In compenso, mentre ancora fascicoli che riguardano decine di morti come quello su Genova risultano ‘contro ignoti’ (forse giustamente per gli approfondimenti necessari pur in presenza di un concessionario che l’opera doveva garantire e mantenere sicura), si trovano immediatamente un paio di ‘colpevoli’ per un sequestro inesistente”.
“Ciò detto non ho dubbi: #iostoconSalvini, non c’è bisogno di accordi complessi con chi difende le stesse idee che noi difendiamo da tempo, non è l’ora dei distinguo per trattare posticini. L’Italia e gli italiani – conclude Triolo – hanno bisogno di essere difesi e su quel campo noi ci siamo, in Sicilia come nel resto d’Italia, a fianco degli amici della Lega”.
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