“Taormina nel ‘700 e nell’800 era la tappa obbligata per i giovani viaggiatori dell’aristocrazia europea che facevano il “Grand Tour”; e certo allora c’erano molti più fermenti culturali di oggi che non si ripeteranno. Ma il fascino di questi luoghi non è poi cambiato molto, ed è per questo che Taormina meriterebbe una programmazione culturale più attenta”, ha dichiararlo è stato Vittorio Sgarbi, storico e critico d’arte che nei giorni scorsi è stato nella Perla dello Jonio per ricordare, ospite della figlia Maria, l’artista Giuseppe Cuscona, attivo negli anni ’30 tra Londra, Roma e Taormina dove ha realizzato un albergo-atelier, il Vello d’Oro.
Ha aggiunto Sgarbi: “Da assessore regionale ai Beni Culturali avevo cercato di riportare Taormina al centro della programmazione culturale, facendone tappa di importanti iniziative pensate nell’ambito di “Palermo Capitale della Cultura”, ma la mia fuoriuscita dal Governo Musumeci ha interrotto ogni progetto”.
Sulla terrazza dell’Hotel Vello d’Oro, che Cuscona negli anni della sua intensa attività trasformò in un vero e proprio atelier d’arte, amici, colleghi artisti, musicisti e la figlia Maria Cuscona (che oggi ne custodisce la memoria) ne hanno ricordato la straordinaria parabola artistica, di cui rimangono numerose testimonianze nelle opere (sculture, ceramiche, legni e dipinti) custodite proprio all’interno del Vello d’Oro.
La serata ha avuto come protagonisti gli attori Elio Crifò, Annalisa Picconi,Valentina Martino Ghiglia, Francesca Romana Miceli Picardi, il chitarrista Jakob Fischer, gli artisti figurativi Aykut Saribas e il gruppo danese Gyrr.