Un percorso multimediale e interattivo, che illustra il cammino storico della Chiesa nella Russia dei Soviet, attraverso le testimonianze di chi ha dato la vita ed è stato ucciso per la propria fede.
È la mostra “I nuovi martiri e confessori della Chiesa Russa“, dal 18 ottobre al 18 novembre, a Siracusa nell’ex Convento di san Francesco d’Assisi, che rientra tra le iniziative del festival le “Stagioni Russe” in Italia.
Nel percorso espositivo, basato sulla cronologia degli eventi storici, i visitatori vengono a conoscere di tappa in tappa la vita della Chiesa Ortodossa russa alla vigilia della rivoluzione, poi gli avvenimenti della storia sia del Paese che della Chiesa.
Gli stand della mostra raccontano la vita prima della Rivoluzione d’Ottobre, parlano dell’inizio e del proseguimento delle persecuzioni nei confronti della fede cristiana nella Russia Sovietica, accompagnano gli spettatori per tutto il periodo storico legato al comunismo e infine testimoniano la canonizzazione dei nuovi martiri e dei confessori russi.
Foto, documenti, citazioni tipiche dell’epoca delle persecuzioni sono esposti con l’utilizzo di moderne tecnologie multimediali: piccole architetture, un libro multimediale interattivo, stand con proiezioni video e colonne con smartscreen e cartelli.
L’evento, che è già stato ospitato a Roma nella Basilica lateranense ed ora giunge a Siracusa, è promosso dal Consiglio per la Cultura del Patriarcato di Mosca e dalla Fondazione per il supporto della conservazione dei valori cristiani, con il patrocinio del Ministero della Cultura della Federazione Russa e con il sostegno da parte del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani.
La mostra verrà inaugurata il prossimo 18 ottobre a Siracusa nell’ex Convento di san Francesco d’Assisi (via Gargallo 67) alle 18 alla presenza del Console generale della Federazione Russa in Sicilia Evgenij Panteleev, del sindaco di Siracusa, Francesco Italia e dell’arcivescovo della diocesi aretusea monsignor Salvatore Pappalardo.