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I genitori hanno paura dei servizi sociali. Timore fondato?

venerdì 26 Ottobre 2018

Ben ritrovati Liberi e Nobili. Con l’articolo di oggi voglio rispondere a un paio di lettori che mi hanno scritto sullo stesso tema: Y.: “Mio figlio ha detto “sugar”, le insegnanti l’hanno scambiata per una parola volgare e hanno sollevato un polverone fino a minacciarci di chiamare i servizi sociali. Ma è possibile?”. L.: “Mio figlio è solo iperattivo ma non è violento, come, invece, sostengono e hanno mandato gli assistenti sociali a casa. Hanno aperto tutto, controllato ogni stipetto in cucina, etc.. È stato terribile. Possono togliermi mio figlio? Io non dormo più, non mangio, sono terrorizzata all’idea.”

Purtroppo, quando una pulce entra nell’orecchio, è difficile toglierla. La conseguenza è che vengonoraccolte“prove”, quasi, inesistenti ma sufficienti per ottenere un mandato giudiziario e rovinare per sempre un povero innocente, estirpandolo come un fiore dal suo nucleo familiare, causando danni psicologici irreparabili.

La superficialità, la frustrazione, il burnout, l’isteria, l’assenza di serenità, la stanchezza di un insegnantepossono avere gravi ripercussioni nel rapporto con gli allievi, facendo loro appercepire un disagio effettivo dall’angolatura sbagliata o senza la giusta obiettività. Lo stress, infatti, o le proprie delusioni nella vita personale possono essere degli importanti fattori di condizionamento e distorsione della realtà. Lo stress da lavoro correlato colpisce ogni lavoratore che ha a che fare con tanti dipendenti e tante responsabilità. Gli insegnanti vivono forti pressioni e devono monitorare varie difficoltà, soprattutto, quando gli alunni non sono gestibili o sono indisciplinati.

È la gallina a fare l’uovo o l’uovo a fare la gallina? Quando un bambino è ingestibile, il problema sta nell’adulto o nel bambino? A volte, i bambini sono solo “capri espiatori” e sono, sempre, lo “specchio” degli adulti di riferimento.

Non vorrei rassicurarvi troppo ma prima di contattare i servizi, in genere, la scuola sollecita i genitori affinché ricorrano allo Psicologo clinico ed è qui che si possono cambiare le carte in tavola. È, cioè, indispensabile riferirsi a un professionista preparato che sappia come affrontare al meglio questa problematica. Prima di tutto occorre capire essenzialmente “chi” ha “giudicato” il bambino e come, se esiste una diagnosi appropriata o se si tratta solo di congetture addotte senza competenze cliniche e diagnostiche. Un insegnante può supporre che il bambino abbia dei disturbi dell’attenzione e della concentrazione, può ipotizzare che il bambino soffra di anedonia ma non si tratta di una diagnosi valida. I sintomi vanno soppesati tenendo conto della loro presenza e significatività clinica; andando a rilevare tutte le principali problematiche, risorse e necessità del soggetto e dell’ambiente che lo circonda; disvelando se i sintomi riscontrati nel minore sono da riferirsi a un “disagio psicologico” dovuto all’ambiente scolastico o vissuto in essoo se si possono considerare normali reazioni emotive agli eventi, alle persone e all’età. Occorre vedere se e perché il bambino manifesta determinati sintomi a scuola e non fra le mura familiari.

Sarò ripetitiva ma non mi stancherò mai di ribadirlo: i bambini hanno diritto a ridere, giocare, scherzare, pensare che sia tutto bello, che sia tutto possibile perché, a un certo punto, come è successo a noi, si sveglieranno nell’arena che è la vita, nel bel mezzo di una lotta continua. Mentre da bambini c’è un mondo da scoprire, da adulti c’è, spesso, un mondo svuotato di speranza e di serenità.

L’intervento sui minori può cambiare la loro vita in meglio o in peggio. Sono contraria a prendere decisioni drastiche senza, peraltro, ascoltare la voce dei bambini. Allontanare i figli dai genitori è una decisione che ha una ratio solo quando vengono violati i diritti fondamentali di un bambino. Io vorrei che tutti commentaste questo articolo per fare luce su una questione che ci riguarda tutti, soprattutto, coloro che vengono più presi di mira: le famiglie di basso livello socio-economico-culturale. Magari si solleverà del polline più che della polvere e speriamo che gli organi giuridici regolamentino meglio questi fenomeni.

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