I carabinieri hanno ha escluso la pista mafiosa per il pestaggio di Giovanni Caruso, titolare del locale Rivendell a Palermo, un pub discoteca, picchiato sotto casa domenica mattina poco prima delle 5.
L’uomo aveva raccontato che appena sceso dalla sua auto era stato affrontato da tre persone che avevano cominciato a colpirlo con calci e pugni lasciandolo a terra. Alcune persone hanno chiamato i carabinieri che ora indagano. La vittima è stata portata in ospedale, con fratture al volto e alla mano.
In un primo tempo si era pensato a una vendetta mafiosa: il commerciante, infatti, si era costituito parte civile nel processo contro il clan mafioso del Borgo Vecchio e aveva denunciato le richieste del racket delle estorsioni. L’8 novembre scorso il gup di Palermo aveva condannato complessivamente a oltre mezzo secolo di carcere 13 tra estorsori, boss e uomini d’onore della cosca che imponeva il pizzo anche a Caruso. Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni e rapina.
Il filmato di una telecamera di sorveglianza ha raccontato un’altra verità circa l’accaduto: l’uomo prima di rientrare a casa si sarebbe avvicinato a una donna in lacrime e avrebbe provato a confortarla. Sulla scena avrebbe fatto irruzione un altro uomo che avrebbe picchiato a sangue Caruso, mentre la donna implorava di lasciarlo in pace. Quindi i due avrebbero fatto perdere le proprie tracce.