“La Sicilia alle elezioni europee si gioca il futuro. A Bruxelles non deve mandare reduci, ma combattenti”. Non si fa attendere la risposta della Lega al centrodestra targato Romano, Miccichè e Lagalla riunito sabato scorso a Cefalù sotto gli occhi del presidente della Regione.
“L’Europa intende strangolare l’Italia, dopo averla dissanguata, con un programma di invasione di clandestini studiato a tavolino, e la morsa del ricatto finanziario” dicono il senatore Stefano Candiani nella doppia veste di sottosegretario al ministero dell’Interno e commissario del Carroccio in Sicilia, insieme ad Igor Gelarda, l’uomo di fiducia di Matteo Salvini in Sicilia al quale è stato affidato il ruolo di coordinatore regionale degli enti locali.
“Contro chi ha già affamato la Grecia ed è pronta ad affamare pure l’Italia bisogna contrapporre leoni affamati disposti a vivere o a morire per costruire un’Europa dei popoli e non della finanza. Mentre tutto questo accade, mentre una guerra è in corso e serve reclutare forze nuove, energie nuove, visioni nuove – aggiungono – in Sicilia si riuniscono i reduci politici responsabili di migliaia di chilometri di strade devastate, di aeroporti alla deriva, di ospedali che non funzionano, di imprese abbandonate a se stesse in agricoltura, nella pesca. Si riuniscono per raccontare la Sicilia che avrebbero dovuto fare e non sono stati in grado di fare. Raccontano il sogno centrista, quello che molti di loro hanno negoziato in questi anni in cambio di poltrone e poltroncine“.
“A Cefalù si è riunita la classe politica siciliana che i venti populisti, così loro chiamano le forze di cambiamento, spazzeranno via – proseguono Candiani e Gelarda – . La Lega non può sedere al tavolo di chi ha svenduto l’autonomia regionale, ha svenduto le strade, gli aeroporti. Il futuro nostro, dei nostri figli. Cefalù è l’immagine di una nave che affonda con i passeggeri che salgono in coperta per tentare di salvare se stessi da un destino inesorabile. La Lega guarda più lontano. Quelle di maggio, per i siciliani, non saranno solo elezioni europee, ma un referendum: da un lato i responsabili del disastro attuale, dall’altro chi sta lavorando per rimediare. I cittadini sceglieranno il loro futuro – concludono Candiani e Gelarda – assumendosi le responsabilità di fronte ai propri figli”.