Diversi sono gli aspetti di aggressione nei confronti del nostro patrimonio culturale, bisogna preservarlo, non solo dal deterioramento ma, soprattutto, dalla distruzione, sottrazione ed esportazione illegale (anche con acquisti on line).
Questa esportazione, avviene con la complicità di storici o professionisti dell’arte, che rilasciano degli attestati, una sorta di carta d’identità falsata dell’opera, che insieme ad ulteriori certificati assai ambigui vengono dichiarati in dogana, diventano così tutto lecitamente commerciabili.
Il traffico illecito di oggetti d’arte è in costante espansione, un dato importante nella intera comunità internazionale, che porta il fenomeno tra i mercati più lucrativi al mondo e di conseguenza una delle principali cause della dispersione del patrimonio culturale globale.
Recentemente l’Unione Europea, ha accusato la Russia di possedere illegalmente opere d’arte, presumibilmente rubate durante la seconda guerra mondiale, in diversi paesi dell’Europa.
Nello specifico, l’accusa da Bruxelles è di “esportazione illegale” di beni culturali dalla Crimea, che sono parte del patrimonio culturale dell’Ucraina” ed ha invitato il comitato parlamentare per gli affari legali a prendere misure per fermare l’esportazione illegale da parte delle autorità russe e delle sue istituzioni culturali di mostre che fanno parte del patrimonio culturale dell’Ucraina.
Il Consiglio di Stato della Crimea, ha definito le accuse contro la Russia illegittime, perchè gli oggetti storici della regione, come la stessa penisola, non appartengono all’Ucraina.
Un po’ come dire che non si può essere ladri a casa propria.