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La “doppia faccia” del paladino antimafia: chiesti 10 anni e 6 mesi per Montante

martedì 23 Aprile 2019
Montante

L’inchiesta sul cosiddetto “sistema Montante” è chiamata Double face, quasi a simboleggiare la “doppia faccia” della finta antimafia. Il numero uno di Confidustria in Sicilia avrebbe influito per anni sulla politica regionale, decidendo assessori e nomine varie, grazie a stretti legami con servizi segreti deviati e uomini delle istituzioni corrotti.

Così oggi sono stati chiesti ben 10 anni e 6 mesi di carcere per Antonello Montante, dal procuratore capo di Caltanissetta Amedeo Bertone e dai pm Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso al termine della loro requisitoria nell’ambito del processo con rito abbreviato che si celebra a Caltanissetta nei confronti dell’ex leader di Confindustria in Sicilia e di altri cinque imputati, accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla rivelazione di notizie coperte dal segreto d’ufficio, al favoreggiamento.

Queste le altre pene richieste: 4 anni e 6 mesi per il colonnello Gianfranco Ardizzone, ex comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta; 6 anni, 11 mesi e 10 giorni per il sostituto commissario Marco De Angelis; 2 anni e 8 mesi per il questore Andrea Grassi; 7 anni, 1 mese e 10 giorni per il capo della security di Confindustria Diego Di Simone Perricone.

I pm hanno chiesto l’assoluzione per il dirigente regionale Alessandro Ferrara.

archivio segreto Montante
Il bunker segreto di Montante (VIDEO)

Secondo la Procura nissena, Montante, per anni ritenuto paladino dell’antimafia, avrebbe messo in piedi una vera e propria rete di “spionaggio” con lo scopo di avere notizie sulle indagini della magistratura a suo carico e per avere informazioni su quelli che riteneva suoi “avversari”.

Nel cerchio magico di Montante tanti nomi eccellenti: da politici a giornalisti, da imprenditori a sindacalisti, fino uomini delle forze dell’ordine. Solo un mese fa la pubblicazione della relazione dell’Antimafia regionale, guidata da Claudio Fava, ha parlato di “un governo parallelo”.

Fondamentali per l’inchiesta le denunce dell’imprenditore Marco Venturi, ex assessore alle Attività produttive del governo Lombardo: l’ex amico di Montante, poi diventato il suo più grande accusatore.

Ma anche le intercettazioni hanno avuto un ruolo decisivo (Montante, le intercettazioni shock su Crocetta e Renzi, LEGGI QUI).

La sentenza è prevista per maggio, mentre in un altro processo (col rito ordinario) gli altri 13 imputati, tra cui l’ex presidente del Senato Renato Schifani, l’ex capo dei servizi segreti Arturo Esposito, accusati di far parte del cerchio delle “talpe”.

“Nessuna sorpresa. La richiesta del pm è in linea con l’impianto accusatorio che hanno messo in piedi e con lo sforzo profuso nelle indagini”. Così l’avvocato Giuseppe Panepinto, difensore di Antonello Montante, ha commentato la richiesta di una condanna a 10 anni e sei mesi di reclusione per il suo assistito, al termine dell’udienza di oggi del processo con rito abbreviato. “Non ci aspettavano – ha continuato Panepinto – un trattamento di favore nei confronti di Montante. Non condividiamo le imputazioni e faremo valere le nostre argomentazioni difensive”.

 

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