“La scuola in Sicilia e nel Mezzogiorno ha bisogno di più risorse per ridurre il gap con il resto del Paese. A nulla servono i provvedimenti spot sul tempo pieno e sulla stabilizzazione del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata), che invece hanno bisogno di interventi strutturali”. Lo dice Graziamaria Pistorino, segretaria regionale della Flc Cgil Sicilia, a margine dell’Assemblea unitaria regionale di Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola, in corso a Palermo presso l’Aula Magna dell’Iti Vittorio Emanuele III. All’iniziativa, programmata nell’ambito delle iniziative previste dalla campagna nazionale “Crescita e sviluppo del Paese”, hanno partecipato anche le segretarie nazionali Mortellaro, Barbaci e Ranieri di Flc Cgil, Cisl scuola e Uil Scuola, oltre ai segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Pagliaro, Milazzo e Barone.
“La Sicilia – aggiunge – è tra le ultime regioni in Italia per il tempo pieno. Nell’Isola, infatti, solo il 7% degli studenti usufruisce di questo servizio fondamentale per la loro crescita e il loro sviluppo sociale e culturale. In altre parole la quasi totalità dei bambini siciliani frequentano circa 2.5 anni in meno di scuola. Una vera e propria ingiustizia su base territoriale. Basti pensare che la media nazionale è del 35.7%, mentre in molte regioni del Nord le percentuali si aggirano intorno al 50%”.
“Ecco perché – continua Pistorino – gli interventi promessi dal ministro Bussetti in via sperimentale solo in alcune scuole siciliane non bastano. Abbiamo bisogno di misure strutturali sia su questo versante che sulla stabilizzazione degli Ata. Gli organici sono molto scarsi in relazione alle esigenze, mentre sono circa 8.000 gli amministrativi, i tecnici e gli ausiliari che anche quest’anno hanno ricevuto l’ennesimo incarico precario”.