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Ospedale Civico Palermo, personale in agitazione: “Siamo alla paralisi aziendale” | VIDEO

martedì 11 Dicembre 2018

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Assemblea animata all’Ospedale Civico di Palermo. Il personale della struttura ospedaliera, da giorni in agitazione sindacale, si è riunito stamattina per denunciare una situazione di “paralisi aziendale” divenuta ormai insopportabile.

“Da mesi – dichiara Mario Di Salvo, della Fials-Confsal la nuova dirigenza non adotta gli atti deliberativi necessari al buon funzionamento degli uffici e dei reparti”. In particolare le organizzazioni sindacali lamentano la mancata stabilizzazione dei precari, ma soprattutto la carenza di personale. Quest’ultima sarebbe alla base dell’allungamento delle liste d’attesa dei servizi e delle prestazioni sanitarie. Il tempo d’attesa media è di circa 6 mesi.

Secondo Di Salvo la dotazione organica attuale è fortemente ridimensionata, mancano infermieri, operatori socio sanitari, tecnici di radiologia, tecnici di laboratorio, fisioterapisti, amministrativi. “I vuoti potrebbero essere colmati immediatamente con l’applicazione delle legge Madia – spiega – le graduatorie sono pronte, sono chiuse in un cassetto e attendono solo qualcuno che le firmi”.

Ma a destare maggiore allarme è il fatto che dal primo gennaio prossimo il personale disponibile potrebbe ridursi ulteriormente. “Non si sa ancora – spiega – se i precari a partita IVA saranno rinnovati, si tratta di ben 270 unità, mentre i percorsi di stabilizzazione avviati con la legge Madia si sono inspiegabilmente bloccati al cosiddetto comma 1. Ad oggi ci sono più di 100 infermieri pronti ad entrare in servizio a tempo indeterminato se solo l’azienda decidesse di procedere con la mobilità, mentre rimane congelata la procedura di stabilizzazione di un’altra parte di personale avente diritto”.

Nel frattempo l’ospedale subisce anche le conseguenze delle proteste dei lavoratori ex Pip che da decenni prestano servizio presso l’ospedale palermitano e dai contrattisti dell’Asp. Entrambi, infatti, da giorni sono in piazza per chiedere al governo regionale di sanare la loro situazione di precarietà, attraverso l’applicazione delle leggi che prevedono la trasformazione dei loro contratti a tempo indeterminato.

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