Oltre due milioni di metri cubi d’acqua della diga Rosamarina di Caccamo, in provincia di Palermo, finiscono in mare. Il motivo? Con il maltempo previsto per questo week end si teme che la cubatura aumenti ma l’indotto non ce la farebbe a contenere tutto.
La Regione, quindi, è corsa ai ripari e ha scritto all’Amap, l’azienda che si occupa della gestione dell’acqua pubblica nel Capoluogo, che avrebbe svuotato buona parte della diga. Intanto Balestrate e Partinico, sono già a secco per via dei lavori di manutenzione.
Gettare in mare acqua “buona” in una regione in cui si dà del “tu” alla siccità potrebbe sembrare concettualmente un ossimoro pirandelliano ma non è proprio così. Vero è che se tutte le crepe presenti nelle dighe venissero riparate si potrebbe tirare a campare di gran lunga molto di più rispetto alla sicula consuetudine ma ancor più vero è che non si può correre il rischio di un invaso che tracima a causa delle piogge.
Nello specifico: al momento la Rosamarina può contenere, all’incirca, 60 milioni di metri cubi mentre a lavori ultimati arriverebbe fino a cento milioni. Questo consentirebbe di far fronte anche alle precipitazioni che finora non sono mancate. Da evidenziare che fino a qualche tempo fa la capienza era comunque maggiore: all’epoca si trattava di 75 milioni di metri cubi d’acqua. Questo vuol dire che i danni all’interno della struttura sono aumentati.
Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, è stato messo al corrente delle operazioni di scarico e si è detto disponibile ad aiutare con tutti gli strumenti dell’Amministrazione le attività del commissario straordinario per l’emergenza idrica, il governatore Nello Musumeci.
Il presidente dell’Amap, Maria Prestigiacomo, dal canto suo ha dichiarato di essere disponibile a qualunque tipo di confronto per evitare una nuova emergenza idrica e per evitare di incappare nelle pastoie burocratiche che rischiano di ingolfare le attività.
Intanto è previsto per martedì 18 dicembre, un incontro tra Regione e Amap per aprire un tavolo programmatico inerente alla questione.