La riunione si è tenuta nella tarda serata di ieri e ha avuto “carattere d’urgenza” per la necessità di bloccare gli interessi che altrimenti si sarebbero continuati a pagare. Così, mentre l’opposizione contestava l’urgenza, il consiglio comunale di Favara (Ag) approvava il dissesto finanziario.
Ma uscendo dal comune agrigentino, il quadro che ritrae moltissimi comuni siciliani è identico ed è a tinte drammatiche sia secondo l’Anci che secondo la Corte dei Conti: quest’ultima meno di ventiquattro ore fa imputava il peggioramento delle finanze locali all’imponente riduzione dei trasferimenti di provenienza statale e regionale.
Quel taglio del 60% sulle risorse per investimenti e quei 115 milioni di euro mai ricevuti – erano previsti dalla legge di stabilità – sono la causa principale, secondo l’Anci, della “grave condizione di precarietà e incertezza” nella quale galleggiano i Comuni siciliani. Dai 913 milioni di euro del 2009 i trasferimenti regionali ai Comuni sono passati ai 472 del 2015 mentre intanto crescevano i costi all’interno dei bilanci comunali, soprattutto nella sfera socio-sanitaria (minori, disabili). L’Anci descrive una situazione ancora più difficile per i Comuni italiani con popolazione superiore a 5mila abitanti perché per questi il taglio è anche superiore al 60% e, l’Anci Sicilia, guarda al futuro con timore: il dissesto finanziario è paventato per decine di Comuni siciliani.
Ieri si è tenuto intanto un incontro tra i rappresentanti dell‘Anci Sicilia, associazione presieduta dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, e il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Giovanni Ardizzone. La decisione finale di Ardizzone è stata quella di convocare una conferenza dei capigruppo perché il disegno di legge vada in aula questo venerdì.