Torna in carcere Gianni Melluso. Il noto accusatore di Enzo Tortora, transitato dalle aule di giustizia per l’intera penisola, in seguito ad una sentenza emessa giovedì scorso dal tribunale di Trapani ritornerà in cella. Melluso, dopo quattro anni di detenzione per sfruttamento internazionale della prostituzione, da luglio si trovava ai domiciliari. L’operazione che lo aveva inchiodato si chiamava Portobello, come la trasmissione condotta negli anni ottanta da Tortora.
L’uomo adesso è stato condannato all’ergastolo per omicidio dalla Corte d’Assise di Trapani presieduta dal giudice Angelo Pellino per aver ucciso nell’aprile 2007 una donna, Sabine Maccarone 39 enne di origini svizzere, a Mazara del Vallo. Il corpo della vittima era stato trovato all’interno di un pozzo nelle campagne mazaresi in contrada San Nicola e l’uccisione venne inserita nell’ambito di un traffico di droga. Il nome di Melluso emerse dalle dichiarazioni di Giuseppe D’Assaro, che autoaccusandosi dell’omicidio aveva indicato l’accusatore di Tortora, come mandante. D’Assaro fu poi condannato a 30 anni di carcere per l’episodio mentre per l’occultamento è stata prescritta la posizione di Yamina Reguiai Bent Hedi, 49 anni, di origine tunisina.
Il pool di avvocati difensori di Melluso formato da Andrea e Stefano Pellegrino, Ribici e Franzitta non sono riusciti ad evitare l’arresto del loro assistito che ha più volte ribadito di non essere il mandante dell’omicidio e come le dichiarazioni di D’Assaro non potessero essere credibili. “Basta considerare quello che ha dichiarato, poi ritrattando, nel caso del sequestro di Denise Pipitone“, queste le parole di Melluso in aula il 28 settembre scorso, riferendosi al fatto che D’Assaro aveva dichiarato di aver visto la bambina morta per poi negare tutto.