Il Gip di Messina nell’ambito dell’inchiesta sul consiglio comunale definita ‘Gettonopoli’ ha archiviato in maniera definitiva la posizione dei consiglieri Daniela Faranda, Maria Perrone e Carlo Cantali. Fuori dall’inchiesta anche il presidente Emilia Barrile che non percepisce gettoni di presenza, ma un’indennità. Per altri 21 la cui posizione era stata ritenuta inizialmente meno grave è stata respinta la richiesta di archiviazione e si è decisa un’udienza camerale davanti al gip Militello il prossimo 15 gennaio per decidere per la richiesta di archiviazione definitiva o formulare invece la richiesta di rinvio a giudizio. Per tutti le contestazioni sono di abuso d’ufficio, falso ideologico e truffa.
Si tratta dei consiglieri Elvira Amata, Claudio Cardile, Simona Contestabile, Giuseppe De Leo, Lucia Fenech, Pietro Iannello, Antonino Interdonato, Rita La Paglia, Nina Lo Presti, Francesco Mondello, Francesco Pagano, Pierluigi Parisi, Ivana Risitano, Mario Rizzo, Antonia Russo, Giuseppe Santalco, Donatella Sindoni, Luigi Sturniolo e Giuseppe Trischitta, Nora Scuderi e Libero Gioveni. Scuderi e Gioveni già rinviati a giudizio per falso.
Da novembre 2014 a gennaio 2015 sono stati monitorati gli incontri in commissione, in cui ogni consigliere percepiva un indennizzo di 56 euro; i consiglieri indagati sono stati accusati di andare via dal loro dovere dopo aver firmato. Tutto questo è stato firmato da telecamere nascoste e raccolto dopo intercettazioni telefoniche che hanno permesso al procuratore Vincenzo Barbaro ed al sostituto Diego Capece Minutolo di far luce sull’accaduto.
Oltre a loro due già a giudizio da marzo Andrea Consolo, Carlo Abbate, Piero Adamo, Pio Amadeo, Angelo Burrascano, Antonino Carreri, Nicola Crisafi, Giovanna Grifò, Nicola Cucinotta, Carmela David, Paolo David, Santi Sorrenti, Fabrizio Sottile, Benedetto Vaccarino e Santi Daniele Zuccarello.