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Grandi manovre a Banca Nuova

lunedì 19 Dicembre 2016

Primo “appuntamento pubblico” in Sicilia per  il nuovo consiglio di amministrazione di Banca Nuova, la controllata tutta siciliana di Banca popolare di Vicenza. Il Cda si è insediato il 2 dicembre. Il nuovo presidente è Salvatore Bragantini, consigliere e vice presidente di BpVi da luglio 2016, mentre il suo vice è Alessandro Pansa, anche lui consigliere dell’istituto vicentino al centro negli ultimi anni di una bufera giudiziaria per un buco monstre di oltre un miliardo di euro nel bilancio 2015.

Del nuovo CdA fanno parte  Iacopo De Francisco, vice direttore generale vicario e responsabile della divisione mercati della BpVi da giugno 2015, e Alberto Beretta responsabile della divisione crediti sempre di Banca popolare di Vicenza. Lo scorso novembre erano arrivate le dimissioni in blocco del vecchio cda, composto dal presidente Marino Breganze de Capnist, dai vicepresidenti Paolo Angius e Fiorenzo Sbabo, e dai consiglieri Ezio Castiglione, Giorgio Colutta, Manuela Romei, Alvise Rossi di Schio, Antonino Todaro, Francesca Zangara. Stamattina in conferenza stampa lo stesso neo presidente ha illustrato ai giornalisti le strategie “di un percorso di rinnovamento degli organi societari del Gruppo BipVi all’insegna della discontinuità col passato”. Ma già da subito chiarisce le manovre per una “ipotesi” di fusione tra Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. “Se questa  avverrà, credo in tempi molto brevi- spiega il neo presidente Bragantini -vedremo cosa farà la nuova banca rispetto alle presenza in Puglia, Sicilia e Calabria. Il lavoro è in corso, prima per la fusione ‘grande’, poi si vedrà cosa fare nelle banche meridionali dove il discorso è ancora tutto da affrontare.

Bragantini, accompagnato da Adriano Cauduro, direttore generale di Banca Nuova e dal vice direttore generale, Mario Lio, ha ribadito che la fusione delle due banche potrebbe avvenire “tra fine gennaio e fine febbraio”. Il successore di Breganze de Capnist, il cui compenso annuo sarà di 75 mila euro, vanta un’esperienza professionale di tutto rispetto con “incarichi esecutivi e non esecutivi- leggiamo nel suo curriculum- in banche e società industriali”. Originario di Imola, una  laurea in Economia e commercio, è stato fra le altre cose revisore di bilanci alla Arthur Andersen, assistente dell’amministratore delegato per la finanza alla Comerint spa (Gruppo Eni) e commissario della Consob dal ’96 al 2001. Rispetto agli ultimi avvenimenti Bragantini sottolinea che “al BpVi c’è stato un cambio importante, dove è stato nominato amministratore delegato Fabrizio Viola, che si è reso disponibile a collaborare all’operazione di fusione tra la Popolare di Vicenza e Veneto Banca”. Viola, già amministratore delegato di Mps, è stato nominato, oltre che ad di BpVi, anche presidente del comitato strategico di Veneto Banca. “Questo vuol dire che da pochi giorni le due banche venete hanno la guida unitaria- prosegue- cosa molto importante, perché bisogna avere una direzione di marcia chiara, che fino all’arrivo del dottor Viola non era molto chiara“.

E’ possibile che alla fusione seguirà una riduzione delle filiali e di conseguenza anche del personale, ma il nuovo presidente di Banca Nuova non intravede “grandi sovrapposizioni fra Banca Puglia e Banca Nuova, anzi non ne vedo proprio. Una filiale per giustificarsi deve essere in condizioni di guadagnare- precisa- e quelle che non otterranno risultati saranno chiuse, siano esse a Trapani o a Treviso. E’ uguale”.

Nell’Isola sono 87 gli sportelli di Banca Nuova con circa 700 dipendenti. Nel corso della conferenza stampa, si è accennato ai risparmiatori che hanno sottoscritto delle azioni di Banca popolare di Vicenza e Banca Nuova, poi rivelatesi poco più che carta straccia. Sono state prese delle misure e avviate azioni di responsabilità rispetto agli ex amministratori di BpVi, ma che non hanno interessato invece i vecchi amministratori di Banca Nuova. Al nuovo cda, i soci del Fondo Atlante – che gestisce sia l’istituto vicentino che Veneto banca- potranno affidare il futuro della banca siciliana. Nei giorni scorsi, si era parlato anche della fusione con Banca Apulia, controllata meridionale di Veneto Banca. “In futuro si potrebbe pensare alla fusione delle due banche– conclude Bragantini- se lo riterremo opportuno, oppure no. Vedremo. Prima vogliamo capire e poi decidere e attuare“.

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