Non che sia lo scoop delle regionali visto che la candidatura dell’ex Magnifico era nell’aria all’indomani del suo mandato. Oggi però è con parole sue che Roberto Lagalla ha pubblicamente parlato di una plausibile corsa verso palazzo d’Orleans, ma ad alcune condizioni. “Se la richiesta arrivasse da un fronte civico, come cittadino non mi tirerei indietro – sottolinea nel corso di un forum organizzato dall’agenzia di stampa Italpress – comunque non è una questione personale ma di progetto complessivo: prima vengono i programmi, poi il nome. Questo significherebbe avere innovato il metodo e in questa dimensione non mi tirerei indietro“.
Lagalla oggi è consigliere d’amministrazione del Consiglio nazionale delle ricerche e sostiene che “Il 2017 è forse l’ultima occasione per potere avviare un ragionamento più largo attorno a un programma e alla realizzazione di interessi collettivi. Ho visto tanto associazionismo, tanti comitati civici, tante liste fai da te nei Comuni e nei territori: tutto questo, evidentemente, tradisce ancora una volta il disagio rispetto a paradigmi che appaiono abbastanza stanchi. Serve un nuovo protagonismo fatto di gente, persone e competenze”. Competenze che, secondo Bruno Tabacci, l’ex rettore ha:“Lagalla è un signore che viene dall’università, che ha competenza e fa parte di quella intellighenzia che in Sicili a per fortuna non manca”. ha affermato durante un’intervista a ilSicilia.
Da quando ha chiuso la sua avventura da rettore, poco più di un anno fa, Lagalla dice di avere incontrato molta gente con una grande volontà di cambiamento: “Una grande volontà di cambiamento che non passa sempre attraverso i partiti: credo che la gente voglia costituirsi in un pensatoio collettivo da cui fare partire le idee. Se questo pensatoio diventerà pensiero politico nessuno a quel punto potrà tirarsi indietro – commenta – per troppo tempo la Sicilia e i siciliani, non esenti da colpe, hanno visto nella politica uno strumento cui conferire deleghe in bianco; questo è andato bene finchè le risorse soddisfacevano appetiti e bisogni di tutti. Ora è arrivata la stagione delle scelte. Io non ho pensato a una strategia d’impegno, in questo momento la cosa più importante e’ innovare un metodo per evitare il rischio della deriva dell’antipolitica: abbiamo bisogno di governabilità. La protesta grillina in Italia si e’ concretizzata in atti o conseguenze che hanno messo a rischio la governabilità. Serve discontinuità ma secondo un processo logico e razionale di interpretazione dei fatti”
L’ex rettore da quindi adito alle voci sempre più insistenti in merito a una sua candidatura alla presidenza della Regione siciliana per le elezioni del prossimo autunno. “ma intanto da gennaio 2017 assumerà l’incarico di responsabile per il Mezzogiorno del Consiglio nazionale delle ricerche. Nessun voto al Governo Crocetta. Anzi: “Non lo devo dare io, lo daranno i cittadini con uno strumento straordinario che hanno in mano, il voto“, dice. Ma c’è una battuta sul ministro del Lavoro Poletti, sulla bufera per la frase sui giovani che emigrano. Lagalla gli ricorda che “molti ragazzi vanno via per necessita In un mondo globalizzato non mi meraviglio della mobilita’ centrifuga, mi dolgo che non sempre sia una scelta e perché non c’e’ un ritorno centripeto: non abbiamo giovani che da altre parti d’Italia o del mondo vengono in Sicilia a lavorare“. Anche se in realtà manca ancora un programma preciso in caso di discesa in campo, in compenso sembrano però pronte le impalcature fondamentali: “Voglio una politica che non si spenda solo per il mantenimento di se stessa, che possa finalmente guardare all’interesse dei giovani, che possa creare lavoro vero, ripartendo dall’attenzione all’impresa, creando le condizioni infrastrutturali, e che possa guardare al welfare ripartendo dall’attenzione alla persona“.