Si dice pronto Gaetano Armao ad accettare, ma con riserva, l’investitura ufficiale di candidato del Movimento siciliano nazionale alla Presidenza della Regione siciliana. L’ex assessore al Bilancio e ai Beni culturali del governo Lombardo, nonché docente di diritto amministrativo accoglierebbe di buon grado la proposta di rientrare a Palazzo d’Orleans, ma questa volta come inquilino, a patto “che vi sia un’ampia convergenza da parte delle forze autonomiste e dei movimenti cattolici, quali Udc, Democratici cristiani”, dichiara apertis verbis Armao. “Per la prima volta esce una proposta unitaria– prosegue il leader di Sicilia nazione- e mi sono riservato di trovare un’ipotesi di interlocuzione con i movimenti cattolici del centro destra siciliano e non certo col Pd, che è un partito centralista e antisiciliano. Uno stretto manipolo di mandarini che pensano solo al loro interesse e si mostrano contrari agli interessi della Sicilia”.
Nei mesi scorsi, con un documento comune, Sicilia Nazione, il Fronte Nazionale Siciliano e il Movimento per l’indipendenza della Sicilia hanno proposto la formazione di un movimento unitario, il Movimento nazionale siciliano appunto, che riunisca insieme autonomisti, indipendentisti, sicilianisti e movimenti civici. Un movimento politico che mira all’autodeterminazione della Sicilia “umiliata da una classe politica spesso corrotta e sempre subalterna a governi centralisti che hanno costantemente privilegiato il Nord– aggiunge Armao, che rincara-. Nel nostro movimento ci sarà una severa selezione, la pregiudiziale antimafiosa è alla base, il rispetto delle leggi e delle regole sarà prioritario e non sarà al pari di quella antimafia di facciata di Crocetta e compari. Noi vogliamo offrire una piattaforma programmatica e un’interlocuzione, vediamo che cosa emerge. Entro marzo, ci sarà un candidato che non dovrà essere dello stretto recinto del centrodestra, perché a mio avviso non ha la capacità di vincere. Dobbiamo costruire una convergenza ampia fra questi movimenti, mettendo in evidenza lo statalismo e il centralismo del Pd, responsabile del pessimo governo Crocetta, il più subalterno dei governi della storia siciliana al potere centrale, che ha provocato quello che è sotto gli occhi di tutti: una Sicilia affamata, un disastro economico e finanziario”. E sul motto “la Sicilia prima”, il coordinatore di Sicilia nazione non chiuderebbe le porte al Movimento cinque stelle. “Non stanno brillando per capacità amministrativa, ma se i deputati e gli attivisti siciliani riusciranno a dimostrare di sapersi affrancare dai diktat di Grillo e di Roma e di avere veramente a cuore la nostra Isola, non vedo alcun ostacolo ad un’apertura al dialogo”. Nelle prossime settimane verrà pubblicata la proposta di Carta Programmatica del Movimento Nazionale Siciliano che sarà sottoposta al confronto con le forze politiche.