Soltanto un mese fa la Procura di Catania ha chiuso l’inchiesta sul Cara di Mineo e ha emesso gli avvisi di conclusione delle indagini. Tutto ruota attorno alla gestione dell’appalto da 100 milioni di euro destinati proprio al Cara di Mineo; è il filone siciliano di ‘Mafia Capitale‘ e tra gli indagati c’è anche il sottosegretario all’Agricoltura ed esponente di spicco del Ncd in Sicilia, Giuseppe Castiglione. I reati contestati agli indagati – tra i quali anche Luca Odevaine che ha patteggiato – sono corruzione, finalizzata anche ad acquisire vantaggi elettorali, e turbativa d’asta.
Ora spunta l’ipotesi di pressioni sui dipendenti del Cara, affinché si iscrivessero a Ncd, il partito di Alfano e Castiglione. Il dato è commentato dalla “politica”, con grillini e leghisti ad accusare l’indebita pressione. Sul tema è intervenuto il deputato di Noi con Salvini, Angelo Attaguile, segretario della Commissione nazionale Antimafia, commentando le testimonianze agli atti dell’inchiesta sul Cara di Mineo.
“Ai dipendenti del Cara di Mineo veniva chiesto di prendere la tessera del Nuovo Centrodestra. E anche se non era un obbligo alla fine tutti o quasi i lavoratori del centro richiedenti asilo in provincia di Catania si sono iscritti al partito di Angelino Alfano”. A raccontarlo ai magistrati della procura di Catania che hanno chiuso le indagini per turbativa d’asta e corruzione elettorale, sono stati gli stessi lavoratori del Cara. L’inchiesta della procura etnea – che è in pratica la costola siciliana dell’indagine romana su Mafia capitale – nasce per fare luce sulla gara d’appalto da 100 milioni di euro per la gestione del Cara, censurata dal presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone, che lo aveva bollato come un “abito su misura”. Si parla anche di una spregiudicata gestione dei posti di lavoro (circa 400) per l’illecita acquisizione di consenso elettorale.
Attaguile preannuncia che sulla questione legalità attorno al Cara di Mineo già martedì in Commissione nazionale Antimafia chiederà di approfondire i fatti riportati dalla stampa sentendo tutti coloro che stanno curando le indagini.
”Viene fuori un quadro preoccupante e desolante con i due prefetti di Catania, quello attuale e il predecessore, tirati in ballo e gli stessi lavoratori ‘selezionati’ al Cara che dichiarano, nei vari verbali d’interrogatorio, che hanno prima votato per il Pdl e poi, alle Europee, per l’Ncd di Alfano e Castiglione. Sono fatti gravissimi. Il procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera – aggiunge Attaguile, nella foto a sinistra – ha descritto in modo particolare il voto di scambio attorno all’amministrazione del Cara di Mineo, portato avanti con atteggiamento mafioso. Se volevano lavorare al Cara dovevano avere la tessera di NCD, le sedi delle coop erano le menti delle segreterie di partito. Si parla addirittura di un impiegato, assunto prima delle comunali di Mineo che hanno visto il sindaco Anna Aloisi di Ncd naturalmente, anch’ella indagata, venire licenziato ‘per scarso rendimento elettorale“.
L’accusa è forte. Quella di aver istituito un “mercimonio delle assunzioni” per accrescere l’elettorato di tre formazioni politiche: il Pdl alle Politiche del 2013, Ncd alle Europee del 2014 e la lista civica Uniti per Mineo alle amministrative del 2013.
Anche il deputato all’Ars del M5S Giancarlo Cancelleri (nella foto accanto) commenta le dichiarazioni rilasciate da Luca Odevaine agli inquirenti. “Il ritratto di Castiglione che esce dai verbali di Odevaine sul mondo che ruota intorno al Cara di Mineo è a dir poco inquietante e sicuramente incompatibile con un personaggio di primo piano delle istituzioni: non sarebbe inopportuno un passo indietro dell’esponente Ncd, che, a nostro avviso, diventerebbe irrinunciabile nel caso di un suo eventuale rinvio a giudizio. Ovviamente – continua Cancelleri – è tutto da confermare in sede giudiziaria. Resta il fatto, però, che anche in questa fase, viste le pesantissime ipotesi di reato che lo riguardano e l’ inquietante sottobosco di interessi in cui, secondo Odevaine, si sarebbe mosso Castiglione, la poltrona di sottosegretario all’Agricoltura ci sembra quantomeno incautamente affidata e da liberare al più presto“.
Il sottosegretario alle politiche agricole alimentari e forestali ed esponente del Ncd, Giuseppe Castiglione (in foto) sostiene di avere agito con la massima trasparenza e non teme un confronto in tribunale. “Se ci sarà, come viene anticipato dai giornali, una richiesta di rinvio a giudizio finalmente potrò trovarmi davanti ad un giudice al quale spiegherò puntualmente il mio comportamento. E risponderò, punto per punto, a tutti i fatti che la procura eventualmente mi contesterà.
I pm individuano un procacciatore di voti e due beneficiari. Il primo è Paolo Ragusa, ex presidente di Sol Calatino, la coop che gestiva il Cara, mentre gli altri due sono il sottosegretario Giuseppe Castiglione e la sindaca di Mineo Anna Aloisi, entrambi Ncd. A colpire, però, sono soprattutto le testimonianze dei dipendenti del Cara.
Vorrei inoltre sapere dall’esponete del M5s Giancarlo Cancelleri – aggiunge Castiglione – se il codice di comportamento del Movimento al quale appartiene appena approvato valga solo per lui e i suoi sodali. Io in quel caso chiederei sommessamente se è possibile per un deputato di area popolare accedere alle stesse regole”.
Castiglione poi si rivolge ad Attaguile e conclude: “Negli ultimi due anni si è impegnato molto su questa vicenda senza ottenere nulla trascurando la sua attività parlamentare, consiglierei di esser più prudente perché proprio da lui non accettiamo lezioni di moralità visto che ha conosciuto la gogna mediatica essendo stato prima condannato e poi assolto in una revisione di un processo“.
Riguardo l’iscrizione al partito d Alfano parla una dipendente del Cara, citando Ragusa. “Non si tratta di una imposizione – spiega – anche se quasi tutti i dipendenti del Cara sono effettivamente iscritti a Ncd. Io stessa sono iscritta a uno dei circoli, quello coordinato da Paolo Ragusa”. In quattro anni circa 500 persone hanno lavorato nel centro accoglienza dei migranti degli Aranci; secondo l’accusa una perfetta macchina elettorale.
Luca Odevaine (nella foto), l’uomo dell’immigrazione di Mafia capitale, racconta come ad ogni nuova assunzione al centro, “tutti i sindaci appartenenti al consorzio si sono riuniti con Paolo Ragusa per spartire il numero delle assunzioni da fare”. Una ricostruzione che trova conferme anche nelle parole di Valerio Marletta sindaco di Palagonia con Rifondazione Comunista, che davanti ai pm mette a verbale: “Tutti quelli del mio paese entrati al Cara sono miei avversari politici e questo perché non sono entrato nel consorzio. Posso affermare con ragionevole certezza che, se avessi deciso di aderire, come comune, al consorzio, avrei verosimilmente avuto a disposizione un pacchetto di assunzioni”.