Aumenta del 25% il numero delle case all’asta in Sicilia negli ultimi sei mesi, il 15% in più rispetto alla media nazionale, il 5% rispetto a quella delle Regioni del Sud. In termini assoluti si parla di 3.572 abitazioni. Palermo è la quarta provincia in Italia, con 1.021 case all’asta. Lo rivela il Rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro Studi Sogeea.
Il numero delle case all’asta in Italia è aumentato del 10% in sei mesi: le procedure in corso sono infatti 33.304, a fronte delle 30.215 rilevate a luglio 2016. Una crescita che conferma e, anzi, accentua la tendenza emersa la scorsa estate, quando si era registrato un incremento di oltre il 5% rispetto all’inizio dell’anno.
Poco meno della metà degli immobili residenziali in vendita (15.749 unità) si concentra nel Nord del Paese, macro-area in cui l’impennata delle procedure forzate è stata pari al 17% (erano 13.423). Ancora più severo il dato del Mezzogiorno, che si attesta su un aumento del 21% sia nelle Isole (4.483 contro le 3.683 del semestre precedente) sia nella parte peninsulare (7.202 a fronte delle 5.949 di luglio 2016).
Unica area in controtendenza quella del Centro, in cui si è verificata una flessione pari al 18%: le procedure attuali sono 5.870, quelle di sei mesi fa erano 7.160. Un quinto circa degli immobili oggetto dello studio, pari a 6.963 unità, è localizzato in Lombardia. A seguire ci sono il Veneto (3.984 immobili, con un clamoroso +65% rispetto a luglio 2016), la Sicilia (3.572, +25%) e la Campania (2.484, +26%), mentre il Lazio (2.424) è una delle poche regioni a vantare un saldo negativo: le case all’asta sono diminuite del 18%, come in Piemonte (2.055 quelle forzatamente in vendita ora).
A livello di province, invece, spiccano le 1.742 case all’asta di Bergamo, con Roma a quota 1.553 davanti a Verona (1.306), Palermo (1.201) e Napoli (1.033).
“Il quadro che ne scaturisce è ancora più preoccupante rispetto a quello di sei mesi fa”, spiega Sandro Simoncini, presidente di Sogeea e direttore del Centro Studi. “Innanzitutto perchè si è evidentemente aggravato il numero di proprietari di immobili in difficoltà nel Mezzogiorno, area in cui la crisi dell’ultimo decennio si è andata a sommare a una fragilità economica e sociale che sembra ormai essersi incancrenita. In secondo luogo perchè non è azzardato ipotizzare che la stagnazione di medio-lungo periodo possa accentuare il fenomeno nel prossimo futuro, condannandoci a numeri ancora più severi”.