Dopo circa sei anni, ritorna il caso della morìa di pesci nel lago di Pergusa (Enna). Da qualche settimana, infatti, centinaia di “Carassius“, la specie dei comuni pesci rossi, galleggiano morti sulla riva nord del del bacino lacustre, l’unico naturale rimasto in Sicilia.
Come si legge su Wikipedia, «si tratta di pesci diffusi, in origine, nelle acque dolci e salmastre tropicali e subtropicali dell’Eurasia; originariamente soltanto asiatiche, sono state introdotte a partire dal XIX secolo anche nelle acque dolci europee, con danni agli ecosistemi originari».
Ecco perché sul fenomeno del lago ennese stanno indagando l’Asp, l’Arpa, il Libero Consorzio di Enna, in qualità di Ente gestore della Riserva e l’Ispettorato Forestale. Si stanno effettuato dei campionamenti nell’acqua per capire le origini del caso. Sembra comunque che una delle cause sia legata alla presenza di microalghe tossiche. Esse, secondo gli esperti, proliferano quando vi sono troppi pesci e di conseguenza troppi escrementi che alterano l’ecosistema del bacino acquatico. I pesci rossi, infatti, si riproducono molto velocemente e in poco tempo sono diventati migliaia.
Secondo gli studiosi, visto che non si tratta di specie autoctone, probabilmente la morìa nasce dal fatto che molti cittadini si disfano dei pesci rossi acquistati alle fiere o ai lunapark per i propri acquari. Quando non vogliono prendersene più cura li buttano nel lago causando l’alterazione del bacino e alimentando così le micro alghe tossiche.
Non è la prima volta che si verificano casi del genere, a Pergusa: nel 2008 e nel 2011 morirono quasi tutte le carpe immesse, sempre illegalmente, da qualcuno nel bacino.