Un’operazione da 80 milioni di euro per salvare il Consorzio autostrade siciliane (Cas), oggi sommerso dai debiti, e migliorare la gestione della rete autostradale dell’Isola, mantenendola in mano pubblica. È questo l’obiettivo della Newco che dovrebbe nascere dalla fusione tra Cas e Anas. Secondo gli accordi l’Ente nazionale per le strade entrerà al 51% nella nuova società per azioni, attraverso un aumento di capitale che porterebbe nelle casse dell’ente le risorse necessarie per risolvere tutti i contenziosi con i creditori, pagare gli stipendi dei dipendenti, effettuare le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, completare gli investimenti in corso e pianificare i nuovi.
Il modello e la governance
Il modello di riferimento è quello già sperimentato in Veneto con la società Concessioni autostradali venete (Cav), che dal 2008 gestisce la rete autostradale in quella Regione.
Le trattative tra Regione Siciliana e Anas sono già in fase avanzata. L’accordo tra le parti è stato raggiunto e varato dal governo regionale. Nei prossimi giorni il Parlamento siciliano sarà chiamato ad approvare l’emendamento in finanziaria che dà il via libera all’iter la cui fine è prevista, a meno di intoppi e battute d’arresto, per giugno 2017. Entro l’estate, quindi, il sistema di gestione delle autostrade nell’Isola dovrebbe essere rivoluzionato.
Nonostante la maggioranza delle quote societarie della Newco apparterrà ad Anas, la governance rimarrà in capo alla Regione Siciliana. I patti parasociali assegnano, infatti, a Palazzo d’Orleans la nomina del presidente del Consiglio di amministrazione, mentre ad Anas spetta quella dell’amministratore delegato. Inoltre, anche per quanto riguarda la composizione del Cda, il Cas ha diritto ad avere un consigliere in più. L’organo di controllo, invece, sarà guidato da Anas che sceglierà presidente e maggioranza dei componenti.
Pedaggio
La parola magica che consentirà di fare tutto questo si chiama pedaggio. Ruota, infatti, attorno al balzello chiesto agli automobilisti nelle tratte autostradali gestite dal Consorzio (Messina-Palermo, Messina-Catania-Siracusa e Siracusa-Gela) la stima del suo valore. Questo verrà calcolato sulla base del pedaggio incassato negli ultimi anni e sulla previsione di quelli che saranno incassati da qui al 2030, anno in cui scadranno le concessioni rilasciate dal Ministero dei Trasporti. Da qui viene fuori una cifra che si aggira sugli 80 milioni di euro. Le tratte di competenza Anas (Palermo-Catania, Palermo-Mazara del Vallo, direzione Trapani, dir Alcamo-Trapani, NSA/SS 339 Catania-Siracusa, RA 15 Tangenziale di Catania e A18 dir) non sono attualmente soggette a pedaggio e, pertanto, non concorrono alla definizione della quotazione societaria, ma potrebbero diventare a pagamento una volta terminata la trasformazione del Cas ed in virtù degli investimenti del valore di 1,4 milioni di euro che si sbloccherebbero con la nascita della Newco.
La questione debiti e contenziosi
Ci sono però da pagare i debiti accumulati nel corso degli anni e riconducibili in gran parte al completamento della Palermo-Messina. Una voragine che ha prosciugato la disponibilità economica del Cas fino al punto di mettere a repentaglio il pagamento degli stipendi del personale. Tra i creditori il Gruppo Versaci di Rocca di Caprileone che vanta un credito di 14 milioni di euro. Ma il debito più importante è quello vantato dalla Tecnithal, la società di progettazione veneta che in regime di prorogatio ha curato le arterie del Consorzio negli ultimi 30 anni. Si tratta della cifra monstre di 100 milioni di euro, 60 per i lavori svolti ai quali se ne aggiungono altri 40 richiesti a titolo di risarcimento danni. A questi si andrebbero a sommare alcune indennità richieste dal personale e mai concesse dall’Ente.
Per il direttore del Consorzio, Salvatore Pirrone (nella foto in alto), la situazione non è così drammatica come appare. I contenziosi importanti, secondo Pirrone, non sono più di cinque e comunque sono “in via di definizione bonaria”, tanto che secondo le sue valutazione potrebbero essere chiusi con circa 60 milioni, 20 in meno di quelli che dovrebbero arrivare con la partecipazione di Anas.
Inoltre, uno di questi contenziosi, quello con il Gruppo Marcegaglia, è stato già risolto.
Cosa cambierà?
Tutta la rete autostradale sarà gestita da un unico ente sotto il controllo pubblico della Regione e dello Stato. Viene scongiurato così il rischio speculazioni derivante dall’entrata dei privati che come è accaduto in altre occasioni ha prodotto aumenti indiscriminati dei costi, scaricati sui cittadini sotto forma di pedaggio, a fronte di interventi di manutenzione ed infrastrutturali insufficienti.
Il Cas di fatto perderà la gestione ordinaria delle autostrade. Questa passerà pienamente nelle mani del socio. Anas, infatti, si occuperà della direzione tecnica, dei cantieri, delle politiche del personale ecc. La gestione straordinaria, invece, che riguarda le scelte strategiche e di investimento, la vendita o l’acquisizione di rami d’azienda, la pianta organica e la struttura organizzativa, le variazioni statutarie … verrà svolta in modo congiunto.
Servirà a migliorare la pessima situazione in cui versano alcune autostrade della Sicilia? Difficile dirlo. Di sicuro, se tutto andrà a buon fine, la Regione eviterà il crac del Consorzio e le pesanti ripercussioni finanziarie che ciò avrebbe sul bilancio regionale. Per il resto bisognerà aspettare di vedere la nuova società all’opera.