La minaccia della manifestazione e del corteo fino alla Prefettura sembra aver dato i suoi frutti. Si decideranno a breve le sorti del Passante ferroviario di Palermo.
È arrivata oggi dall’assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Pistorio la convocazione che i sindacati avevano chiesto per discutere del futuro della commessa e dei 200 licenziamenti annunciati dalla Sis.
Pistorio ha convocato le parti presso l’assessorato di via Leonardo da Vinci per martedì 21 febbraio alle ore 16, stesso giorno per il quale era stata annunciata la manifestazione di Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, adesso sospesa. All’incontro del 21, organizzato per analizzare le problematiche connesse alla costruzione del passante, oltre alle organizzazioni sindacali sono state convocate Rfi e la Sis.
“Al momento viene sospesa la manifestazione annunciata per il 21 febbraio. All’incontro sarà presente una nutrita delegazione di lavoratori della Sis”, dichiarano Ignazio Baudo, Dino Cirivello e Francesco Piastra, segretari di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. I sindacati hanno chiesto un chiarimento sulla situazione dell’appalto alla Regione, così come a Rfi e al ministero guidato da Graziano Delrio.
È probabile che arrivino anche delle notizie circa l’esito della Via (la Valutazione d’impatto ambientale) dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente (Arta) sulla corposa variante progettuale di Vicolo Bernava (da circa 18 milioni di euro). In questo piccolo tratto di strada in zona Tribunale, da oltre 3 anni i lavori sono fermi a causa dell’“imprevisto geologico” che ha causato lo stop agli scavi della Sis nella galleria Imera-Lolli. Appena 58 metri bloccati da una falda acquifera non segnalata in fase progettuale.
Da allora le famiglie residenti (sgomberate dai 5 palazzi pericolanti e con vistose crepe) sono in causa con le ferrovie e l’impresa. L’ultima perizia del prof. Barla, luminare in gallerie a livello internazionale, ha certificato l’unica soluzione possibile per ultimare l’opera da 1,2 miliardi di euro: buttare giù i 5 palazzi coinvolti, scavare sottoterra, drenare la falda, costruire il “tappo di fondo” della galleria e richiudere il tutto. Al posto degli edifici sorgerà un grande giardino. Per questa grossa variante si attende l’ok dell’Arta e una variante al Prg.