‘-Ugo, oggi posso gridarlo forte e adagio TI PREPARERO’ UN PIATTO CLASSICO VEGANO DELLA CUCINA POPOLARE SICILIANA !
– Gigi, passi così così per le “Sarde a mare” che furono esperienza deliziosa, ma oggi Khalefeh mi ha detto che mangerò “ ‘ U ficatu ri sette cannoli “.
Ora è vero che non sono né gastronauta, né cuoco sopraffino, ma SICILIANO SONO e lo so bene che ‘u ficatu è il fegato di bovino, altrimenti lo chiamerei “ficatu c’a riti” se si trattasse di fegato di maiale
– Anche oggi spero di aver ragione caro Ugo, ma cominciamo dai luoghi, dai “topos” non intesi come “surci” o “ratti norvegici”, ma come “posti” dove nascono nome e ricetta.
Questa mattina siamo passati da quel che resta della GLORIOSA VUCCIRIA, dipinta da Guttuso e cantata da musici e poeti come Renzino Barbera.
Ci siamo fermati sotto la fontana del “Garraffello”, nella piazza ti ricordi ?
Quella fontana con sette bocche, i famosi “SETTE CANNOLI” !
Ora, narra la tradizione, che, quando la VUCCIRIA era il più affollato mercato della NOSTRA AMATISSIMA PALERMO, e si diceva ahinoi, che il mondo sarebbe finito quando si sarebbero asciugate ‘i balate d’a VUCCIRIA, proprio davanti a questa fontana “abbanniasse” tale Turiddu di la Vigna ‘i l’api che vendeva dolcissime zucche rosse, da lui coltivate nell’agro monrealese.
Questo Turiddu oltre che bravo contadino era un ragazzotto di bell’aspetto con un sorriso illuminato da due tizzoni d’ebano che erano questi occhi puntuti che ammaliavano le donne che andavano al mercato.
Ora, Turiddu, antesignano profeta del Marketing, abbanniava le sue zucche non come cucuzze, ma come “u ficatu ri sette cannoli” sbeffeggiando i Monsù che a Palazzo Costantino o a Palazzo Mazarino cucinavano il FEGATO IN AGRODOLCE o ALLA VENEZIANA. La Zucca rossa, in realtà è un ortaggio versatile. Nel mio ristorante la uso spesso.
Preparo una vellutata nella quale servo le mazzancolle di Sciacca o i gamberoni di Mazara del mio amico Piero Bianco, preparo il carpaccio che accompagno spesso ai frutti di mare o ai gamberi di nassa, il cosiddetto Gobbetto, tanto caro al mio amico Giovanni “Raviola”Tumbiolo.
La Zucca rossa ha un bassissimo contenuto calorico, 17 calorie per ogni etto, ed è ricchissima di betacarotene, perfetto per un’abbronzatura dorata, è un magazzino di vitamine, la A, la B e la E, quest’ultima nota per le sue proprietà antiossidanti.
Ricca di calcio, sodio, fosforo, magnesio, ferro, manganese, rame, zinco, selenio e un sacco di aminoacidi tra i quali la MITICA ARGININA Insomma, sarebbe il primo ingrediente per confezionare l’ELISIR DELL’ETERNA GIOVINEZZA, ma non Ti voglio annoiare ancora.
Eccoti la Ricetta e come potrai costatare questo è piatto classificabile tra quelli della CUCINA ETICA e NON CRUENTA, un vero antesignano della CUCINA VEGANA
Ingredienti per 4 amici :
1 kg di zucca rossa
6 mandorle pelate, come sai io non uso l’aglio,
olio di frantoio, zucchero, sale, pepe macinato fresco e menta
Una volta sbucciata la zucca e avendola pulita di semi e filamenti tagliatela a fettine più spesse di un dito, mettetela in uno scolapasta ola in modo e spolveratela con il sale, mescolandole bene in modo da salare tutte le fette in modo omogeneo. Lasciatele riposare per un quarto d’ora, dopo friggetele nell’olio bollente dove avrete buttato qualche fogliolina di menta. Una volta ben dorate tiratele fuori e asciugatele con la carta da cucina
In quello stesso olio aggiungete le mandorle pelate, lo zucchero, l’aceto e il pepe e portate a sobbollire questa salsa per qualche minuto, quando la vedrete un po’ ristretta versatela sulle fette di zucca e guarnitele con menta fresca e mandorle a scaglie.
Lasciatele riposare in un luogo fresco per almeno sei ore, se avrete la pazienza di attendere il giorno seguente avrete il MEGLIO, e BUON APPETITO
Il Vostro #cuocoperamico