Caro Ugo oggi siamo di FRIGGITORIA: la cucina del Genio di Palermo.
Ma prima la storia: quella fredda mattina del 28 febbraio 1909 col Postale di Napoli insieme a Simone Valenti, viaggiavano anche due cugini Samuele e Pino Valenti, loro però si chiamavano davvero così. Simone, un uomo tarchiato sulla cinquantina, tornava in Italia sotto falso nome, era in realtà il capo dell’Italian Squad, il grande nemico della famigerata Manu Nivura che terrorizzava Little Italy e non solo. Il suo vero nome era Joe Petrosino. Con lui Sam e Joe, così li chiamavano a Mulberry Street, che erano partiti pieni di speranze soltanto tre anni prima e ritornavano sconfitti, certi , però che a casa avrebbero vinto. Avevano trovato un imbarco sicuro grazie al lavoro che per un anno avevano svolto per i signori Carcione, agenti di viaggio e armatori. Arrivati ad Ellis Island pensavano che l’AMERICA li avrebbe accolti a braccia aperte con fortuna e dollari, ma ci avevano messo poco a capire che qui a Little Italy, niente era cambiato i MAMMASANTISSIMA cumannavano e i picciotti murivanu, solo che qui, a Mulberry Street si chiamavano BOSS, ma conservavano per tutti il titolo di DON. Avevano dovuto lavorare sodo per mettere da parte i soldi del ritorno, ma adesso per loro cominciava una nuova vita.
L’altro Valenti, il Simone invece arrivava vivendo un sogno : trentasei anni prima aveva dovuto lasciare Padula, il suo paese, con papà, mamma, sorelle e fratelli. La neonata ITALIA lo aveva cacciato e adesso tornava a caccia di quei mafiosi che terrorizzavano New York per una missione affidatagli nientemeno che da Theodoro Roosvelt, allora assessore alla Polizia. I due cugini appena arrivati, si preoccuparono di comprare un carrettino, padellone, olio e farina di ceci. Le patate bollite le comprarono da Damiano Rosone, che vendeva frutta in via Merlo.
Sarebbero servite per “i cazzilli”.
Da via Merlo, attraverso la via Alloro si arrivava in piazza Marina, il centro di Palermo e lì, davanti ai giardini Garibaldi avevano pensato di sistemarsi con quel carrettino a friggere panelle e crocchè. Cominciarono lunedì 1 marzo, erano abbastanza soddisfatti, in una domenica avevano organizzato il loro “businesse” come dicevano all’America e adesso start, s’accumincia !
Le cose andarono subito bene e già al giovedì per tutto il quartiere erano conosciuti come i “Miricani”: Sem Panella, per via della faccia tonda col naso schiacciato e Giò Cazzillo essendo smilzo d’aspetto. Il lavoro andava bene, ma nelle teglie restava qualcosa sempre e siccome : “un s’ave a ghittare nenti” Sem e Giò si industriarono e da quegli scarti crearono il CAPOLAVORO:
‘A RASCATURA.
Quel venerdì 12 marzo 1909, loro non c’erano davanti ai giardini Garibaldi, pioveva e alle sei smontarono ; contro “Simone” Joe Petrosino spararono soltanto alle nove. Che strano destino per quei tre Valenti.
Adesso caro Ugo le ricette:
Panelle: io le preparo mescolando mezzo chilo di farina di ceci, in un litro e mezzo d’acqua dove ho cotto del finocchietto di montagna, prezzemolo e un pizzico di sale, metto tutto in un tegame e mescolo finchè l’impasto non diventerà compatto e si staccherà dai bordi della pentola, appena è pronto lo stendo su un foglio di carta da forno e con l’aiuto di un coppapasta faccio le panelle tonde che friggo soltanto in olio di arachide
Cazzilli: io li faccio con patate, tuorlo d’uovo, parmigiano grattugiato, pepe e prezzemolo, il sale infatti lo aggiungeremo dopo la frittura, ma anchè sostituendo al tuorlo d’uovo latte e besciamella
Per la RASCATURA carissimo UGO non c’è ricetta quella sta tutta nel cuore e nella mente del FRIGGITORE che proprio nella preparazione del suo CAPOLAVORO diventa ARTISTA dando prova del suo GENIO
‘A RASCATURA, quella pietra che era stata scartata, adesso è divenuta testata d’angolo
BUON APPETITO
il Vostro #cuocoperamico