Nelle acque del torrente Tusa sarebbe finito tutto il percolato dei rifiuti. Una pratica che si sarebbe protratta per anni. E’ quanto ritengono i carabinieri che stamattina hanno effettuato un blitz nell’azienda che da 3 anni si occupa del servizio di raccolta rifiuti solidi urbani per conto del Comune di Tusa, in provincia di Messina.
Nel corso delle verifiche alla Barbera Servizi e Logistica s.r.l.s. i militari hanno scoperto anche una discarica di rifiuti ingombranti e anche pericolosi che non sarebbe stata autorizzata, ma l’elemento che preoccupa maggiormente gli investigatori è una vasca interrata, che sarebbe abusiva, contenente il percolato prodotto dai rifiuti urbani che, attraverso una tubatura sotterranea, sversava, da circa tre anni e mezzo, i liquidi direttamente nel torrente e quindi in mare.
L’area naturalistica interessata, un paio di anni fa, aveva ottenuto la Bandiera Blu, il riconoscimento che viene assegnato ogni anno per la buona qualità delle acque del mare, la gestione dei rifiuti, la regolamentazione del traffico veicolare, la depurazione delle acque reflue ed i servizi in spiaggia. Un riconoscimento che era stato dato nel 2015 alla spiaggia “Lampare” e nel 2016 per il sito della “Marina”.
I carabinieri, durante i controlli nella ditta, hanno rilevato la presenza di alcuni fabbricati e manufatti per i quali non sarebbe stata richiesta l’autorizzazione per la costruzione né al Comune né alla sovrintendenza dei beni culturali, trattandosi di zona soggetta a vincolo paesaggistico. Buona parte dell’area è stata posta sotto sequestro dagli inquirenti.
Inoltra sono ora al vaglio dei magistrati le modalità di affidamento del servizio da parte del comune di Tusa che dai primi accertamenti risulterebbe affidato con molteplici ordinanze contingibili ed urgenti alla ditta.