Una coalizione ridotta in briciole. Un presidente della Regione che assiste inerme al suo abbandono, seduto in Aula, in silenzio e con lo sguardo nel vuoto, di fronte al più odioso degli spettacoli: i parlamentari della sua maggioranza entrano ed escono dall’Aula sapientemente per far mancare il numero legale sull’articolo 13, in discussione da 48 ore ormai.
L’articolo che investe il fondo dei dipendenti regionali nell’acquisto di immobili con una spesa di 170 mln e un risparmio che farebbe concentrare altre somme importanti sulla norma che finanzia la disabilità (art.15). Senza il via libera all’articolo 13 (o con la sua bocciatura), viene meno l’impalcatura stessa della finanziaria e occorrerebbe trovare rapidamente altre fonti di finanziamento per il fondo in favore della disabilità in sole 48 ore, visto che il termine ultimo di scadenza dell’esercizio provvisorio cade improrogabilmente il 30 aprile.
Il quadro drammatico della situazione, che potrebbe verosimilmente portare nelle prossime ore anche ad uno scioglimento anticipato dell’Ars e alle dimissioni del governatore, lo traccia Nello Musumeci. “Sono state 22 le sospensioni decise dal presidente Ardizzone da ieri mattina, non certo per sua volontà. Intanto i 12 articoli da trattare sono diventati 19. Questo governo non ha una maggioranza e si criminalizzano i pensionati della Regione e strumentalizzano i disabili – accusa Musumeci – Sull’articolo 13, non ci può essere alcun accordo con l’opposizione. E se è davvero strategico, inutile allungare questa agonia. Serve un atto di coraggio, serve che 46 deputati decidano di sciogliere l’Assemblea, cosi andiamo tutti a casa”.
L’assessore regionale all’Economia Baccei tenta una simulazione su cosa succederebbe nel caso in cui l’operazione di acquisto degli immobili da parte del Fondo pensione venisse fatta: “L’operazione – spiega Baccei – è vantaggiosa per la Regione e non intaccherebbe le pensioni dei regionali, anzi si avrebbe un rendimento certo del 4,5%”, ma non riesce a valicare il muro di alta tensione innalzato dalla maggioranza. Il conto alla rovescia dunque è iniziato, nessun articolo della manovra è stato approvato in due giorni e l’Ars ha il fiato sul collo, dovrebbe approvare tutti i 19 articoli entro due giorni.
Ne è consapevole il presidente dell’Assemblea Regionale Giovanni Ardizzone che ha inviato stamattina un sms ai segretari dei partiti di maggioranza Fausto Raciti, Toto Cardinale, Dore Misuraca, per metterli al corrente della situazione di profonda impasse tra i partiti, che sta impedendo di fatto il voto alla manovra. “Ho il dovere di rappresentarvi, quali responsabili politici della coalizione che sostiene il governo Crocetta, l’assoluta mancanza di coesione tra i partiti, ma anche il loro sfilacciamento interno, per cui e’ assolutamente impraticabile giungere allo stato, all’approvazione della Finanziaria”.
Una dichiarazione che sembra quasi una resa di fronte ad una condotta impassibile. “Faccio un appello ai singoli deputati – ha poi aggiunto Ardizzone, tentando nel pomeriggio di far votare gli articoli uno per uno, andando avanti ad oltranza. Non c’è più alcuna maggioranza precostituita, tutto è affidato all’Aula”.
Da 46 articoli in totale, saranno 19, in tutto quelli su cui l’Ars tenterà in tre giorni di chiudere la manovra in una corsa contro il tempo. L’articolo 20 (sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio) sarà trattato in coda alla finanziaria.
Occupiamo i banchi del governo e abbandoniamo l’Aula – dice Giancarlo Cancelleri del M5S – “c’è dietro una speculazione finanziaria fatta con i soldi dei dipendenti. Il governo presenti subito la manifestazione di interesse sull’articolo 13, altrimenti siamo pronti a reagire”.