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Puntare su innovazione, riduzione tasse e dialogo con le istituzioni. Intervista a Nunzio Reina (Confartigianato)

lunedì 8 Maggio 2017
Nunzio Reina
Nunzio Reina

Prosegue il nostro ciclo di interviste ai rappresentanti delle categorie produttive. Oggi parliamo con Nunzio Reina, presidente di Confartigianato Palermo, sulla situazione che vivono gli artigiani della città.

Girando per le strade della città si fa sempre più fatica a trovare botteghe artigiane. Sembra che la figura dell’artigiano sia in via d’estinzione. Lo confermano anche i dati del 2016 secondo cui quasi 1.000 imprese artigiane a Palermo hanno chiuso i battenti. Eppure alcune storie di successo confermano che l’artigianato non è destinato alla scomparsa, ma addirittura ha grandi potenzialità. È così?

Le potenzialità ci sono, l’artigianato deve  innovarsi. L’aggiornamento non riguarda soltanto tablet e smartphone. Le imprese devono stare al passo con i tempi per essere preparati ad affrontare le sfide di un mercato in continuo divenire. Per innovare e aggiornarsi però servono risorse. E qui arriviamo al secondo problema: l’alta tassazione che grava sugli artigiani e soprattutto su quelli piccoli.
Da un lato quindi gli artigiani devono fare la loro parte dall’altro però le istituzioni devono tentare in tutti i modi di abbassare il carico fiscale. Anche perchè al di là di tasse e imposte gli imprenditori hanno l’onere degli adeguamenti, come la formazione sulla sicurezza o il rimodernamento degli impianti, che hanno un costo non indifferente.

Al di là dei casi di successo, esiste un grande paradosso tutto italiano: a fronte di una disoccupazione giovanile altissima molti mestieri vengono sistematicamente ignorati dalle nuove generazioni. In quali settori c’è molta richiesta di artigiani? E cosa bisogna fare in termini di orientamento?

C’è carenza di falegnami, sarti, calzolai, fabbri, vetrai, impiantisti, idrauilici. Molti giovani adeguatamente formati potrebbero cominciare a lavorare immediatamente.
Già da tempo siamo impegnati sul tema della formazione e dell’orientamento. Stiamo realizzando diversi progetti sull’alternanza scuola lavoro. Un’attività fondamentale per il settore dell’artigianato, perchè nei giovani  la vocazione nei confronti di un mestiere artigianale nasce se il mestiere  viene presentato con le sue positività e negatività. Diventare artigiano vuol dire innamorarsi di un mestiere, perchè artigianato è creatività e la creatività nasce dalla passione. Ecco perchè è fondamentale che negli ultimi anni delle scuole tutti gli studenti avessero l’opportunità di conoscere le professioni artigianali.

Ha destato molto clamore l’iniziativa di Confartigianato di pubblicare un bando per la selezione di 15 lustrascarpe. Di recente avete deciso di avviare dei corsi di formazione per formare giovani artigiani specializzati nei lavori che riguardano l’Opera dei pupi. È il tentativo di recuperare gli antichi mestieri oppure si tratta di un’operazione di marketing?

Sicuramente non di marketing. Abbiamo lavorato per formare 15 soggetti aspiranti lustrascarpe. Sono persone di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali: dal cinquantenne al ventenne, dal laureato alla persona con la licenza media. Siamo in dirittura d’arrivo, a breve questi artigiani potranno cominciare a lavorare. Sono persone con una vera e propria professionalità che va dalla conoscenza dei materiali alle diverse tecniche di lavorazione. Inoltre, alcuni di essi hanno cominciato a lavorare durante eventi pubblici e privati. Vi anticipo che a breve, entro maggio, uno dei negozi di moda più importanti della città avrà gli sciuscià all’ingresso per offrire il servizio ai propri clienti. L’accordo è già pronto.

I numeri sulle presenze turistiche a Palermo e sulla partecipazione dei cittadini alle iniziative artistico-culturali che animano il Centro storico possono rappresentare un’opportunità da sfruttare per gli artigiani palermitani? Sono molte le attività che in questi ultimi anni hanno deciso di aprire nelle nuove aree pedonali. Poche però sono quelle artigiane, come mai?

Nelle nuove zone pedonali abbiamo assistito ad una corsa di soggetti che hanno deciso di investire nel settore del food. Molti artigiani si sono cancellati dalle associazioni degli artigiani per diventare commercianti della ristorazione. Penso che sarà un periodo, poi la cosa si normalizzerà.
Il problema è che nelle zone pedonali manca l’artigianato che il turista cerca. Per esempio manca un laboratorio dell’Opera dei pupi. Si tratta di uno degli aspetti più interessanti dal punto di vista turistico, rappresentativo della cultura palermitana e siciliana. Purtroppo non abbiamo più nessuno che si occupa di questo. C’è solo la ditta Argento. Sarebbe, quindi, più opportuno che le isole pedonali fossero sfruttate in tal senso. D’altronde è questa la loro vocazione naturale.
Bisogna promuovere il prodotto artigianale di qualità, puntare sulle eccellenze. Per questo bisogna fare sinergia tra associazioni di categorie e istituzioni.

Per il terzo anno consecutivo siete impegnati nell’organizzazione di ArtMed–Artisti in Fiera nell’ambito della Fiera Campionaria del Mediterraneo che si terrà dal 27 maggio all’11 giugno. Quali i risultati ottenuti e quali quelli che vi prefiggete?

Sarà la valorizzazione di alcuni prodotti di qualità, di alto livello. Prodotti non solo realizzati in città ma in tutta la provincia. Nei primi due anni abbiamo ottenuto ottimi risultati, le aziende presenti hanno avuto l’opportunità di far conoscere e apprezzare il proprio lavoro. L’obiettivo è quello di fare meglio coinvolgendo più imprese.

È tempo di bilanci, cosa è stato fatto dalle istituzioni locali e regionali per promuovere l’artigianato e di cosa ha bisogno il settore per il futuro?

Allo stato attuale abbiamo assistito solo alle cancellazioni delle imprese. Sarebbe opportuno cominciare a lavorare tutti insieme. Come? Abbassare tasse e imposte, laddove questo è possibile, e applicare le regole per combattere abusivismo e irregolarità. La concorrenza sleale uccide gli artigiani onesti.
La Regione dovrebbe fare qualcosa per facilitare l’accesso al credito e incentivare le attività creative e innovative. Al comune, invece, chiedo la possibilità di confrontarci per trovare insieme soluzioni. Non come è accaduto in occasione dell’istituzione della Ztl rispetto alla quale i sindaco non ha voluto incontrare le categorie che avevano fatto ricorso al Tar. Anche perchè eravamo favorevoli ad una ztl fatta bene, con servizi di mobilità che consentivano ai cittadini di raggiungere il centro. Fatta così non va bene, perchè non si possono cambiare le cose dall’oggi al domani in modo drastico.

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