Ad una settimana dall’incontro tenutosi presso gli uffici del Centro per l’impiego di Palermo sulla vertenza che riguarda il licenziamento di 516 dipendenti della Ksm, l’istituto di vigilanza di proprietà della famiglia Basile, sono state svelate nel dettaglio le condizioni dell’accordo proposto dall’azienda.
Un accordo, già allora considerato irricevibile da tutte le organizzazioni sindacali e definito “capestro” dall’Ugl, a fronte del quale non verrebbero garantiti tutti i lavoratori. Una buona parte di loro, infatti, circa 150, perderebbero il posto.
In particolare la società, secondo quanto riferito dall’Ugl, chiede la sospensione dell’erogazione della tredicesima mensilità per tre anni, l’azzeramento dei permessi, il mancato pagamento dei primi tre giorni di malattia legato però ad un premio produttività basato sulla presenza, l’abbattimento del 50% della maggiorazione dello straordinario, la non retribuzione della prima ora dello straordinario stesso, oltre alla fuoriuscita del personale prossimo alla pensione (40/50 unità).
In cambio l’azienda si impegna a garantire il diritto di prelazione per i licenziati, in caso di eventuali assunzioni nelle imprese del gruppo o sulle varie procedure di trasferimento degli impiegati nell’ambito del territorio nazionale.
Per Giovanni Vitale segretario regionale Ugl Sicurezza Civile della Sicilia la proposta è “inaccettabile e fuori da ogni logica, sia a livello di diritto che umano. I debiti sono di chi li ha fatti e non dei lavoratori che, ogni giorno, con passione, dedizione e spirito di sacrificio, si impegnano a lavorare per portare a casa uno stipendio già di per sé da fame”. Secondo il sindacato “a condizionare la decisione, a quanto si è appreso, è un buco da svariati milioni di euro che ha messo in seria difficoltà le casse dell’impresa, di recente al centro di vicende balzate agli onori della cronaca”.
La trattativa comunque procede in vista dell’ultimo incontro previsto per il 6 luglio prossimo, prima della chiusura della vertenza. Cgil, Cisl e Uil sono al lavoro per tentare di trovare soluzioni alternative. I Cobas, con una nota inviata a Ksm a firma di Fabrizio Geraci e Maurizio Galici, chiedono all’azienda, per scongiurare i licenziamenti, di fare ricorso agli ammortizzatori sociali previsti per le aziende in crisi. Ad ogni modo qualsiasi accordo sarà sottoposto a referendum dei lavoratori.