L’arte non impreziosisce solamente l’animo di chi la osserva ma, in alcuni casi, contribuisce a salvaguardare se stessa. Esempio concreto ne è l’esposizione, fino al 5 novembre, di alcuni capolavori del patrimonio artistico di Ascoli Piceno, all’interno della Chiesa di San Calogero di Nicosia, nel cuore della Sicilia.
Sul presbiterio della chiesa, un gioiello del barocco siciliano, sono state disposte tre opere: davanti l’altare maggiore l’Annunciazione (1628) di Guido Reni, che campeggia al centro con tutta la sua bellezza “senza tempo”; ai lati le due tele pendant del pittore caravaggesco Giacinto Brandi, il Beato Bernardo Abate e San Benedetto Abate, provenienti dalla chiesa ascolana di Sant’Angelo Magno.
Quest’ultima, infatti, sede originaria delle tele, all’indomani del terremoto dell’ottobre del 2016, non poteva più custodirle in tutta sicurezza ed è stato necessario trasferirle presso il deposito comunale del Forte Malatesta.
Il perugino Baldassarre Orsini è tra i primi scrittori del Settecento a tessere le lodi dell’Annunciazione di Guido Reni, soffermandosi soprattutto sui campi luminosi che il pittore, riesce ad accordare, grazie all’esaltazione del disegno, strumento primario per il conseguimento di quella bellezza ideale che caratterizza tutte le sue opere.
Di fatto, il paragone tra Raffaello e Reni ha percorso tutta la letteratura artistica del Seicento e la resa pittorica raggiunta da entrambi, per grazia e bellezza, è stata poi ripresa concettualmente con convinzione nell’Ottocento dai teorici del Neoclassicismo.
Giungere a Nicosia in occasione della mostra, il cui ricavato è destinato al restauro di un dipinto custodito ad Ascoli Piceno e danneggiato dal terremoto, sarà l’occasione per visionare queste opere di passaggio e per scoprire la ricca arte locale.
La chiesa di San Calogero, infatti, edificata alla fine del Seicento dalla Confraternita di Santa Maria degli agonizzanti, ospita permanentemente un ciclo di affreschi realizzati dal pittore nicosiano Filippo Randazzo, allievo a Roma di Sebastiano Conca.
Nella Cattedrale della città, su prenotazione, si potrà visionare l’esclusivo e assai raro soffitto ligneo del quattrocento, nascosto sotto l’attuale soffitto ottocentesco, affrescato dai fratelli Manno, insieme alle opere di Josepe de Ribera detto lo Spagnoletto, di Salvador Rosa e di Pietro Novelli.
E ancora una copia della Crocifissione di San Pietro che un anonimo artista ha eseguito intorno alla fine del Seicento, ispirandosi alla ben nota composizione di Guido Reni, a testimonianza della fama dell’artista sull’isola e in particolare a Nicosia, dove si trovano anche copie di altri artisti seicenteschi.
All’interno della Chiesa di San Vincenzo, invece, ci troveranno gli affreschi, eseguiti nel 1714 dal pittore fiammingo Guglielmo Borremans, ritornati agli antichi splendori dopo un recente restauro.
Tutte le informazioni sul sito www.guidorenianicosia.it