“L’udienza di ieri non ha consegnato alcun elemento di novità rispetto al quadro probatorio chiaro e preciso delineatosi nei due gradi del giudizio di merito che si sono conclusi rispettivamente con una pronuncia assolutoria del senatore Antonio D’Alì”.
A sottolinearlo è l’avvocato Arianna Rallo, difensore dell’esponente politico trapanese, dopo che ieri i magistrati avevano chiesto di acquisire nel processo un’intercettazione nella quale il boss Graviano faceva riferimento a un politico (D’Alia).
“La produzione del verbale – sottolinea l’avvocatessa – riguarda l’intercettazione della conversazione intercorsa tra un ergastolano, sottoposto al regime del 41 bis e detenuto dal 1994 che, colloquiando con altro detenuto, si confronta sui problemi politico-economici del nostro Paese”.
“Non viene affatto captato il nome del Sen. Antonio D’Alì, bensì quello di altri uomini politici rispetto ai quali residua molta confusione e imprecisione per i ruoli istituzionali ricoperti, i titoli conseguiti e il contesto territoriale di provenienza”.