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Regionali, nel centrodestra cresce l’ipotesi Musumeci in vista delle elezioni di novembre

giovedì 20 Luglio 2017
musumeci regionali
Apertura Campagna Elettorale – Palermo 29-09-2012

 

Per il centrodestra siciliano il passato non è una terra straniera. Ogni palmo elettorale di quella che fu la Sicilia dei record nel 2001 (nell’abusato ricordo del 61 a 0 uninominale alle elezioni politiche) è noto a Gianfranco Miccichè e ai suoi fedelissimi.

I giorni del consenso che trasudava da ogni porta e da ogni piazza della Sicilia sono lontani, ma è altrettanto vero che la risalita elettorale è alla portata di Forza Italia. Cinque anni fa, in pieno caos di coalizione, i numeri di Musumeci e quelli di Miccichè, entrambi candidati a Palazzo d’Orleans, arrivarono a superare il 36%. Oggi esprimerebbero probabilmente il prossimo presidente della Regione

I numeri delle elezioni europee del 2014 dove lo stesso Miccichè fece segnare un importante risultato (50.689 preferenze) fermandosi a mille voti di distanza da Salvatore Cicu eletto al suo posto, sono la cifra che in questi giorni viene tenuta presenta scaramanticamente dai forzisti.

Non per una ragione specifica in particolare, quanto per il fatto che tre anni fa il consenso medio dello schieramento veniva dato in flessione aperta. Oggi il quadro è cambiato, i territori rispondono con energia rinnovata e lo stesso Miccichè nei giorni scorsi a un quotidiano nazionale ha ricordato che di circoli nazionali nuovi in Sicilia:«ne stiamo aprendo una marea». Partinico, Caltanissetta, Enna  e Trapani alcuni di quelli citati nella lista.

Perché Gianfranco Miccichè gravita sui paradossi che crea da sempre: «Ormai manca poco, siamo alla fine di un percorso che, ne sono convinto, ci farà chiudere un grande accordo e ci farà vincere le regionali».

Su date, percorsi e nomi, Miccichè invece si chiude a riccio, forte anche del fatto che la strategia, più o meno esplicita di logoramento nei confronti di Musumeci, altro esponente in campo della coalizione di centrodestra, ha trovato un supporto più esplicito e diretto dai circoli e dalla base con i forzisti catanesi Salvo Pogliese e Basilio Catanoso, entrambi ex di Alleanza Nazionale, tra i primi firmatari che chiedono di non cedere la nomination ad altri candidati.

Al tempo stesso però sull’ex europarlamentare di Militello Val di Catania l’attenzione rimane costante.

Tornare a dare le carte nella coalizione per Miccichè ha avuto un valore importante. Anche nei confronti dello stesso Musumeci su cui, fin dal primo momento, il commissario di Forza Italia in Sicilia non ha chiuso la porta e non vuole chiuderla.

Proprio nelle ultime ore si è  registrata un’accelerazione nei confronti dell’ipotesi del leader di #Diventeràbellissima, a cui al momento non fa seguito nulla di ufficiale.

Castiglione di Alternativa popolare commenta:«Entro la fine di luglio usciremo con una proposta unica dei centristi. Ci proporremo ai siciliani per guidare una coalizione quanto più allargata possibile»

In questo caso, quanto potrà essere allargata questa coalizione?

Sarà a destra o a sinistra? Il fronte tra alfaniani e centristi di D’Alia galleggia e rende plastico ed evidente il dubbio di schierarsi con l’area renziana del Pd, e il centro destra.

Sul nome di Musumeci gli alfaniani, che continuano a puntare su La Via, perentoriamente e senza mezzi termini, non fanno salti di gioia. Il viaggio romano di martedì dello stesso Miccichè è servito per sondare umori e perplessità in tal senso. Ieri  in serata erano attese importanti novità che però sono rimaste in embrione e poco definite.

Alfano teme la possibilità di sfaldamento che potrebbe colpire dall’interno il suo partito, tra tentazione filo-Pd presso la casa renziana, e  il ritornotra gli italo-forzisti. Anche per questo alza il prezzo su tutto. Deve tenere unito un mondo che rischia di scricchiolare. Sbarcare a destra attraverso il contenitore dell’ex Ncd sta disorientando i tanti anche dentro la coalizione

Rendere improvvisamente inclusiva la candidatura di Musumeci da parte di Miccichè sarebbe un colpo da prestigiatore a cui Alfano in fondo non è preparato. Quanto meno in assenza di una significativa contropartita.

Gli uomini di Casini in Sicilia guardano con più perplessità a ciò che succede a destra. Pur riconoscendo l’insuperabile stallo che c’è nel Pd, D’Alia rimane alla finestra. Almeno ancora per qualche giorno.

L’autobus di Miccichè rischia di essere affollato, ma oggi procede lentamente.

 

 

 

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