“Dimmi quel che mangi e ti dirò chi sei” è un modo di dire risaputo. Meno noto, invece, ciò che si mangia o meglio, nello specifico, la sua origine. Un passo in avanti, tuttavia, su questo tema, è stato fatto ieri con la firma del decreto, da parte dei ministri Maurizio Martina e Carlo Calenda, sull’obbligo di indicazione in etichetta dell’origine del grano e del riso: da adesso i consumatori italiani sapranno come muoversi di fronte a quelle sterminate confezioni di pasta, poste negli scaffali dei supermercati.
La nuova disposizione, che prevede la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura, secondo la norma già in vigore per i prodotti lattiero caseari, mira a soddisfare soprattutto le richieste della maggior parte degli italiani, sempre più attenti a conoscere l’origine delle materie prime per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare. L’interesse alle informazioni in etichetta dei prodotti agroalimentari è stata confermato dai dati di una consultazione pubblica online, svolta sul sito del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, a cui hanno partecipato oltre 26mila cittadini.
Il decreto sull’origine del grano prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia debbano obbligatoriamente indicare in etichetta sia il nome del Paese nel quale il grano viene coltivato, sia con il nome del Paese dove è stata effettuata la molitura. Maggiori informazioni e approfondimenti li trovate su Siciliarurale.eu all’articolo “Grano duro e pasta, da oggi l’etichetta di origine è obbligatoria”
“Una grande conquista che consentirà la scelta dei consumatori sui prodotti acquistati, avendo piena consapevolezza di quali siano i luoghi di produzione della materia prima; ma anche una grande notizia per produttori che potranno scommettere su una tutela più forte del valore della biodiversità, per difendere con maggiore efficacia la qualità dei prodotti autoctoni. Anche così proteggeremo il made in Italy, rendendo sempre più importante anche il ruolo delle produzioni siciliane”, ha precisato l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici