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Quanto il nostro mare è balneabile? Intervista ad Aldo Penna

domenica 23 Luglio 2017

Mentre ero in vacanza fra un bottiglia di té e un gelato fra i miei familiari, mi è arrivata una notifica sul cellulare su una questione parecchio annosa per tutti noi. Quella della balneabilità del nostro mare nuovamente messa in discussione, come ogni anno, anche ormai non ci facciamo quasi più caso.

Un amico mi chiedeva di scriverci su qualcosa magari una dichiarazione, un articolo, un pensiero. In quello stesso momento stavo chiedendo ad Aldo Penna, che aveva appena fatto un video sulla situazione, delle informazioni aggiuntive. Mi sono detto perché non farci un intervista già che c’eravamo? Ne sono usciti fuori temi come la difesa dell’ambiente, delle nuove pratiche e normative sullo smaltimento delle acque che la nostra terra ancora inesorabilmente lascia disattese, ma anche della difesa del nostro Stato, di prospettive politiche comuni e visioni regionali.

Aldo allora, Goletta Verde è stata da poco nel golfo di Palermo, entrambi sappiamo benissimo che la situazione non è mai stata rosea per il nostro mare da 
Bagneria fino a Palermo, ma nello specifico ci spiegheresti quali sono le condizioni di balneabilità e salubrità delle acque rilevate dopo le ultime analisi da parte di questo organismo indipendente?

“L’inquinamento delle coste palermitane si muove in modo uniforme con l’inquinamento delle coste siciliane. Negli anni sono stati costruiti molti impianti di depurazione ma poca attenzione si è avuta per la corretta manutenzione e funzionamento dei depuratori. Se a questo si aggiungono numerosi scarichi illegali, spesso provenienti da insediamenti abusivi, il cerchio si chiude con una salute pessima dei nostri litorali. Come racconta Goletta Verde, dei nove punti monitorati in provincia di Palermo nessuno ha superato l’esame. 
Sette sono fortemente inquinati: “dalla foce del fiume Eleuterio tra Bagheria e Ficazzi; alla spiaggia presso lo sbocco del canale in Corso Italia a Bagheria; alla foce dello scarico in via Messina Marina a Palermo; alla foce del torrente Canzalamone; alla foce del fiume Pinto a Trappeto; alla foce del torrente Nocella tra Terrasini e Trappeto, alla foce dello scarico presso corso Mattarella e alla foce del fiume Chiachea (presso lo sbocco del depuratore) a Carini. Giudicati inquinati, invece, i campionamenti alla spiaggia di fronte l’ex oleificio a Termini Imerese e quello alla spiaggia la Praiola a Terrasini. Quindi un disastroso stato delle acque che fa a pugni con le affermazioni rassicuranti di questi giorni diffuse dal Comune di Palermo e dal suo sindaco che prima del decreto presidenziale 542 del 2015 sulla revoca delle elezioni nella città metropolitana di Palermo voleva esserlo di tutto il tutto il comprensorio”.

– Il problema sembra essere allargato a tutto il lungo mare palermitano, in cui insistono amministrazioni di qualsiasi colore politico; anche io e te ad onor del vero siamo stati, all’ultima tornata, parte di un esperienza nell’ M5S Palermo. Al netto delle rassicurazioni, quali sono, secondo te, le responsabilità della politica vecchia e già mezza stagionata che attualmente gestisce i luoghi che poc’anzi hai menzionato?

“Alla politica siciliana, tranne rare eccezioni, manca la visione e la consapevolezza che il bene pubblico deve essere anteposto a quello personale o di gruppo. Domina una certa propensione alla rassegnazione. Si pensa che sia ineluttabile quello che ci accade e invece siamo a pieno titolo attori del divenire di questa terra. Le conseguenze dello stato d’animo in cui ci fanno vivere sono inevitabilmente l’abbandono, la trascuratezza, la non ideazione di modelli originali, il dominio incondizionato di una burocrazia che tratta la politica con sufficienza”.

– Allora, la successiva domanda nasce spontanea. Date le responsabilità alla politica che purtroppo passa per i singoli che gestiscono. Queste mancanze di visione e di senso del dovere verso lo stato, verso l’ambiente e verso le persone che riscontriamo tutti. Le nostre responsabilità, la tua, la mia, come cittadini, come motori d’opinione quali sono? O per meglio dire cosa possiamo fare per evitare di dover guardare il nostro ambiente che man e mano si degrada?”

“Fare il possibile e progettare L’impossibile Non smettere mai di credere che la redenzione di un popolo, di una comunità, è raggiungibile E non per forza in tempi storici. Le nostre azioni per modeste che possano sembrare sono semi e i semi, se qualche uccello di rapina non li estirpa prima che germoglino, hanno l’abitudine di trasformarsi in piante rigogliose.
Ma oltre al compromesso morale di cui parlava Borsellino, l’Italia e la Sicilia in particolare è affetta da relativismo etico. Il mio dovere dovrebbe essere il bene dei cittadini ma……. 
Un altro grande limite sta nel non predisporre adeguati anticorpi civili e normativi che frenino la tendenza dei singoli a far male o a non fare nulla. Questo è un compito della politica e degli uomini che hanno sogno e visione”.

– Torniamo alla prima domanda, chiudiamo sulla tutela della salute pubblica e dell’ambiente da cui eravamo partiti. Vuoi dire a chi ci sta leggendo, attualmente quali sono i progetti (se ce ne sono) in cantiere per rimettere la balneabilità al nostro mare? Se non ce ne sono è evidente che spingeremo per crearli.

“Intanto occorre far funzionare bene i depuratori ed eliminare gli scarichi abusivi. Ma in Sicilia e nel palermitano ambedue le pratiche difettano. Sulla nostra costa sboccano innumerevoli scarichi non collegati alle pubbliche fogne e il grande depuratore di acqua dei Corsari non lavora come dovrebbe. Oggi le pubblicazioni internazionali, gli esperti, parlano di depuratori di piccola taglia, più gestibili, più modulari e soprattutto con maggiore possibilità di attuare il ricircolo dell’acqua. Cioè utilizzare le acque del depuratore per usi non potabili ma irrigui per curare il verde pubblico e privato ma sicuramente non scaricando lungo i litorali. In poche parole di chiudere il circuito dell’utilizzo delle acque dal rubinetto fino all’uso in agricoltura e al impinguamento della false acquifere
Con depuratori efficienti e scarichi abusivi eliminati la salute delle nostre fasce costiere ma anche dei corsi d’acqua che vi sboccano migliorerebbe.
Tu sai che il risanamento del Tamigi è stato realizzato in qualche decennio trasformando una cloaca in un corso d’acqua con pesci e una vita faunistica ritrovata per il bene dell’ambiente, dei visitatori e dei cittadini residenti che possono godere di spazi salubri per trascorrere il proprio tempo libero. Così anche il nostro Oreto come l’Eleuterio, il Nocella possono tornare a nuova e buona vita”.

Mi viene in mente la normativa sulle vasche imhoff e quella sugli scarichi di piena dei depuratori attualmente funzionanti… ma ne riparlemo sicuramente presto.

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