I fondi europei 2014-2020. L’ennesimo inganno, la nuova illusione o la speranza da ultima chiamata del tessuto economico e imprenditoriale siciliano?
I politici siciliani si dividono equamente tra maggioranza e opposizione tra chi ogni tre parole ci mette il termine fondi europei e chi la frase “vanno spesi meglio”. In mezzo, spesso, c’è l’approssimazione di chi conosce poco e male questo mondo complesso.
Secondo Mario Filippello, segretario regionale del CNA, sulla programmazione 2014-2020, il messaggio è preciso e diretto :«bisogna rimodulare alcuni risorse quanto prima, e in particolare la Regione deve dotarsi di meccanismi che rendano il fondo di rotazione un fattore a sostegno delle imprese». Le categorie guardano con interesse ma rimangono perplesse per l’eccesso di burocrazia che non manca di scoraggiare quanti si mettono in discussione. Filippello non a caso aggiunge:«le risorse europee oggi sono le uniche disponibili, i bandi e le procedure burocratiche sono un ostacolo serio per il nostro sistema produttivo. Chiediamo al governo che si cambi passo. Credito e sostegno all’occupazione, ma anche incentivi a tirocini e apprendistato».
Solo l’ennesima denuncia mirata a intercettare una parte di soluzioni o la spia di un problema latente che comincia a manifestarsi?
In Sicilia ci saranno quattro miliardi e mezzo di euro da spendere nei prossimi tre anni, dopo la partenza al rallentatore, messa a fuoco ed evidenziata dal primo comitato di sorveglianza del Po Fesr Sicilia 2014-2020 dell’undici luglio scorso.
Le procedure avviate per 1,850 miliardi riguardano al momento 19 degli avvisi pubblicati. Bandi, che sono stati pubblicati su tutti gli obiettivi tematici per circa 995 milioni di euro, mentre nel trimestre luglio settembre ci saranno a disposizione altri 654 milioni di euro.
Nel 2018 sono previste procedure per altri 170 milioni di euro.
Il vice-presidente della Regione Lo Bello, impegnata nei seminari di comunicazione del programma che si sono svolti già a Catania, Agrigento e Siracusa esprime soddisfazione:«È in Gazzetta Ufficiale da qualche giorno il bando per le piccole e medie imprese da70 milioni di euro, il bando prevede il sostegno alla creazione e ampliamento di capacità avanzate per lo sviluppo di prodotti e servizi, con la concessione di agevolazioni sotto forma di contributi in conto capitale ed è’ rivolto alle piccole e medie imprese in forma singola o associata».
Oggi a Messina si svolgerà invece un altro incontro territoriale che ha al centro della riflessione il rischio idrogeologico.
Ma perché è così complicato gestire la spesa europea in Sicilia?
Le criticità del programma vengono fuori da un’analisi degli obiettivi tematici: nei primi quattro di essi risulta allocato il 41% delle risorse disponibili. Si tratta degli obiettivi che riguardano la ricerca e l’innovazione; l’agenda digitale, la promozione e lo sviluppo delle piccole e medie imprese energia sostenibile e qualità della vita. In particolare i problemi più consistenti riguardano le grandi opere ferroviarie in realizzazione in Sicilia con Rfi e la Fce.
Il piano contiene tra i suoi allegati il piano regionale delle bonifiche ed il programma di prevenzione dei rifiuti. Sui rifiuti molto dipenderà anche dall’impulso che potrà dare il nuovo direttore regionale del dipartimento Gaetano Valastro che ha preso il posto di Maurizio Pirillo passato alle Autonomie locali.
Tra le cose che vanno avanti c’è il Piano nazionale Banda Ultra Larga che è stato approvato il 3 marzo 2015 (€ 98.906.604,10 – di cui € 27.915.194,79 destinati a strumenti territoriali) e riguarda la Digitalizzazione dei processi amministrativi. La prima procedura (€ 5.193.577,00) è stata già avviata (verifica di conformità rilasciata a gennaio 2017) al fine di realizzare il progetto SPC Cloud della Regione Siciliana, che favorirà la digitalizzazione e l’innovazione dei processi interni nei vari ambiti della connettività con la pubblica amministrazione, in particolare nei piccoli Comuni ricorrendo a soluzioni cloud.
Un occhio di riguardo inoltre verrà destinato a prevenzione e gestione dei rischi di catastrofi per il cambiamento climatico con interventi di messa in sicurezza dei territori più esposti a rischio idrogeologico e di erosione costiera e manutenzione e rinaturalizzazione di infrastrutture verdi e servizi eco sistemici funzionali alla riduzione dei rischi connessi ai cambiamenti climatici (155.000.000 di euro, le risorse)