Il 6 maggio di 36 anni fa la mafia uccideva l’avvocato Nino D’Uva, uno dei penalisti più noti di Messina. Un segnale fortissimo che la mafia volle dare mentre era in corso il maxi processo. Il nipote Francesco D’Uva ha voluto ricordare la terribile scomparsa del nonno ringraziando anche quanti hanno mantenuta viva la sua memoria.
“Io non ho avuto l’opportunità di conoscerlo, ma i racconti e le storie raccontate da mio padre e da mia zia su di lui continuano a tenerne viva la memoria in me e nelle nuove generazioni- scrive Francesco D’Uva, parlamentare- Mio nonno, l’avvocato Nino D’Uva, era uno dei penalisti più noti di Messina, sapeva fare bene il suo lavoro ed era molto stimato. Era un grande professionista, ma anche un uomo di cultura, appassionato di pittura, teatro e musica. Alla base della sua uccisione, la volontà delle cosche di dare un segnale a tutti gli avvocati nel maxiprocesso che si celebrava in quei giorni, ritenuti troppo morbidi nella difesa.
La rettitudine morale e professionale di mio nonno è ancor oggi di grande ispirazione agli avvocati della nostra città, che continuano a raccontarne l’esempio di vita grazie alle iniziative che periodicamente organizzano, come i giovani avvocati che nel 2006 hanno fondato l’associazione culturale forense che porta il nome di mio nonno, Associazione Avv. Nino D’Uva e che ogni giorno si impegnano per diffondere i valori di giustizia e legalità. A loro va il mio ringraziamento. Li ringrazio, non solo perché mantengono vivo il ricordo di mio nonno, trasmettendone le qualità professionali e il suo esempio di vita, ma anche per fare di questo ricordo occasione di impegno quotidiano contro le mafie e per la legalità nella nostra città”.