È Dore Misuraca il ‘tessitor cortese’ degli alfaniani che non vogliono lasciare il centrosinistra.
Al di là della trattativa fatta circolare a mezzo stampa con Graziano Delrio e delle chiusure di Musumeci ai simboli di partito e quindi, pare, anche agli alfaniani, dentro Alternativa Popolare c’è chi da giorni si fa più ‘realista del re’ e mette insieme i cocci di un quadro frantumato.
Se rimanere nel centrosinistra può essere l’unico modo per beneficiare della legge elettorale attuale che abbassa al Senato dall’8 al 3% la soglia di sbarramento per le forze che fanno parte di una coalizione, allora dicono gli alfaniani, bisogna accettare.
Berlusconi offrirebbe ad Alfano un accordo in tre regioni, mentre Delrio sarebbe emissario di una ipotesi, ancora da perfezionare, di un apparentamento al Senato. Rimarrebbe da capire e non sembra priva di ostacoli la possibilità per la Camera di un listone unico che Renzi potrebbe decidere di fare, inglobando anche i centristi.
Misuraca, nonostante una storia di centro destra che parte sin dalle elezioni regionali del 1996 («votate tutti tranne lui» andava dicendo Miccichè, che temeva un suo ‘boom’ nei territori) da tempo è sensibile agli equilibri renziani di Sicilia. Ha svolto un ruolo di cucitura che potrebbe avere un effetto significativo a breve.
Nei giorni in cui il nome di Barbara Cittadini, moglie di Misuraca, fu inserito nell’elenco delle possibilità concrete avanzate dal centrodestra nella corsa per Palazzo d’Orleans, Dore non fece salti di gioia, avendo maturato dopo un ventennio abbondante di politica e con esso un sano realismo, che in fondo non gli è mai mancato.
Dopo avere svolto diversi incarichi di coordinamento e gestione nei partiti in cui ha militato sia Forza Italia, che Ncd e Ap, l’ex assessore regionale agli Enti locali (1998), mister preferenze e più votato alle regionali del 1996 e del 2001, ha scoperto un’anima più vicina al Pd e in particolare a Renzi.
In occasione delle recenti elezioni amministrative a Palermo, Misuraca è stato l’inspiratore della lista unica al consiglio comunale con il Pd. Alfano era sostanzialmente scettico su questa strada.
Molto più affezionato alla casa del centrosinistra che non al ritorno del centrodestra dunque Misuraca.
Tra i parlamentari dell’ex Ncd, oggi Alternativa Popolare, i ragionamenti sono febbrili. Molti di questi, stanno valutando anche l’ipotesi di migrare all’Ars, tentando la corsa per un posto tra i 70 del prossimo parlamento regionale.
Misuraca rimane dunque l’espressione avanzata di chi mostra contrarietà al ritorno a destra. Un’esperienza forse giudicata superata o che comunque espone, e su questo anche Alfano comincia a prendere atto, il suo partito a rischi di un certo peso.
Rendere più forte il gruppo di centro anche in ottica di rapporti con il Pd, potrebbe equivalere a un rafforzamento di ipotesi centriste per Palazzo d’Orleans, tra cui quella di D’Alia. Il valore elettorale del centro in Sicilia rimane sempre più l’incognita delle coalizione, che, pezzo dopo pezzo, si fa fatica ogni giorno a costruire.